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Giustizia: rischio prescrizione per la traduzione del dialetto che non c’è…
Il lettore prenda il “Corriere della Sera” di oggi, giovedì 27 giugno, vada a pagina 13, l’articolo di Riccardo Bruno, impaginato in fondo. Il titolo è già un programma: “Aosta, processo a rischio prescrizione. Quattro periti per tradurre dal dialetto”.
Mette curiosità, vero? Leggiamo il pezzo, dunque:
“E pensare che l’inchiesta era partita da un’intercettazione: ‘Metti via quelle paillettes dal frigo’. Gli allevatori parlavano in patois, il dialetto valdostano. Le “paillettes” erano fiale con il liquido seminale di toro svizzero. Vennero trovate nel freezer di un alpeggio dove le mucche dovevano essere rigorosamente della varietà locale. Inchiesta con arresti e decine di indagati: truffa ai danni della Regione, maltrattamento di animali, una fontina poco dop, latte dannoso alla salute, strana migrazione di bovini al confine. E centinaia di pagine di intercettazioni. In patois, appunto. Dialetto franco-provenzale così difficile da decifrare (soprattutto ascoltando le registrazioni telefoniche), che dopo cinque anni dal primo blitz dei NAS il processo è ancora a un punto morto. Due giorni fa i periti, incaricati di tradurre e trascrivere i dialogo tra gli allevatori, hanno chiesto al giudice una proroga. L’ennesima. E adesso c’è il rischio che la prescrizione sia più veloce dell’ultimo grado di giudizio.
Fonte: Notizie Radicali - Articolo Completo
www.studiostampa.com
Mette curiosità, vero? Leggiamo il pezzo, dunque:
“E pensare che l’inchiesta era partita da un’intercettazione: ‘Metti via quelle paillettes dal frigo’. Gli allevatori parlavano in patois, il dialetto valdostano. Le “paillettes” erano fiale con il liquido seminale di toro svizzero. Vennero trovate nel freezer di un alpeggio dove le mucche dovevano essere rigorosamente della varietà locale. Inchiesta con arresti e decine di indagati: truffa ai danni della Regione, maltrattamento di animali, una fontina poco dop, latte dannoso alla salute, strana migrazione di bovini al confine. E centinaia di pagine di intercettazioni. In patois, appunto. Dialetto franco-provenzale così difficile da decifrare (soprattutto ascoltando le registrazioni telefoniche), che dopo cinque anni dal primo blitz dei NAS il processo è ancora a un punto morto. Due giorni fa i periti, incaricati di tradurre e trascrivere i dialogo tra gli allevatori, hanno chiesto al giudice una proroga. L’ennesima. E adesso c’è il rischio che la prescrizione sia più veloce dell’ultimo grado di giudizio.
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