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Stasera su “La7” ospite di Lilli Gruber, ho seguito l’intervista a Piercamillo Davigo, nuovo presidente dell'A.N.M.
Sono rimasto allibito e scioccato, dopo un primo momento di ottimismo, avendolo visto schierato e armato contro Matteo Renzi, sono stato sopraffatto da tutto ciò che ha detto, circa il suo modo di intendere la Giustizia.
Ci troviamo di fronte a qualcuno che si ritiene eletto da Dio a difendere, a spada tratta, i suoi colleghi magistrati, nessun dubbio sulla bontà dell’azione giudiziaria, nessun dubbio sul metodo, tutto Italiano, di non aggredire un reato certo ma, piuttosto, utilizzare il sistema della pesca a strascico, nella speranza, spiando tutti, di trovare qualche colpevole.
Con Davigo, addio privacy, addio libertà personale, addio certezza del diritto, per questi illuminati da Dio, che nel nome del loro malsano senso della giustizia, esclusi loro, tutti gli altri sono colpevoli.
Rischiamo di finire nelle mani di una nuova, moderna, innovativa ma non meno oscurantista e atroce, sacra inquisizione.
Addio culla del diritto e culla della giustizia, stasera mi ha invaso la certezza che l’Italia è in mano ad una dittatura giudiziaria, spero che Renzi cada, che vada a casa, che restituisca all’Italia il diritto democratico di andare al voto ma spero, anche, che prima riesca a riformare la giustizia, deve farlo, ci deve riuscire.
Ci può salvare dalla dittatura di questi magistrati che si credono i nuovi Dei, solo una grande riforma della giustizia che istituisca la responsabilità civile e penale dei giudici e la possibilità che, quando distruggono ingiustamente vite umane, rispondano penalmente dei loro deliri di onnipotenza.
di Giorgio Terzo Catalano.
www.studiostampa.com
Ci troviamo di fronte a qualcuno che si ritiene eletto da Dio a difendere, a spada tratta, i suoi colleghi magistrati, nessun dubbio sulla bontà dell’azione giudiziaria, nessun dubbio sul metodo, tutto Italiano, di non aggredire un reato certo ma, piuttosto, utilizzare il sistema della pesca a strascico, nella speranza, spiando tutti, di trovare qualche colpevole.
Con Davigo, addio privacy, addio libertà personale, addio certezza del diritto, per questi illuminati da Dio, che nel nome del loro malsano senso della giustizia, esclusi loro, tutti gli altri sono colpevoli.
Rischiamo di finire nelle mani di una nuova, moderna, innovativa ma non meno oscurantista e atroce, sacra inquisizione.
Addio culla del diritto e culla della giustizia, stasera mi ha invaso la certezza che l’Italia è in mano ad una dittatura giudiziaria, spero che Renzi cada, che vada a casa, che restituisca all’Italia il diritto democratico di andare al voto ma spero, anche, che prima riesca a riformare la giustizia, deve farlo, ci deve riuscire.
Ci può salvare dalla dittatura di questi magistrati che si credono i nuovi Dei, solo una grande riforma della giustizia che istituisca la responsabilità civile e penale dei giudici e la possibilità che, quando distruggono ingiustamente vite umane, rispondano penalmente dei loro deliri di onnipotenza.
di Giorgio Terzo Catalano.
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Comunicazione su Carabinieri e Magistratura
Buongiorno
Sono il Mar. A s UPS Giuseppe SILLITTI, attualmente in servizio presso la Stazione Carabinieri di Apricena (FG).
Il motivo per il quale vi contatto, anche in nome e per conto dei miei colleghi è per mettervi a conoscenza dell’ennesimo gravissimo ed increscioso evento di “MALA GIUSTIZIA” che mi ha visto coinvolto, unitamente ai colleghi Mar.A s UPS Giovanni Aidone (in servizio all’aliquota operativa del Comando Compagnia CC di san Severo), App.to scelto Michele Falco (in servizio presso la Stazione CC di Volturino) e Luigi GLORI (in pensione da circa due mesi).
MALAGIUSTIZIA - QUI L'ARTICOLO COMPLETO !
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Sono il Mar. A s UPS Giuseppe SILLITTI, attualmente in servizio presso la Stazione Carabinieri di Apricena (FG).
Il motivo per il quale vi contatto, anche in nome e per conto dei miei colleghi è per mettervi a conoscenza dell’ennesimo gravissimo ed increscioso evento di “MALA GIUSTIZIA” che mi ha visto coinvolto, unitamente ai colleghi Mar.A s UPS Giovanni Aidone (in servizio all’aliquota operativa del Comando Compagnia CC di san Severo), App.to scelto Michele Falco (in servizio presso la Stazione CC di Volturino) e Luigi GLORI (in pensione da circa due mesi).
MALAGIUSTIZIA - QUI L'ARTICOLO COMPLETO !
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Errori giudiziari, la giustizia italiana colpisce ancora: il caso di Sandro Zorzi.
Sandro Zorzi, tenete bene a mente questo nome. E’ quello di un prossimo errore giudiziario.
Di una futura vittima della malagiustizia italiana che, come “l’impero del male” di guerre stellari, con lui “ha colpito ancora”. Per ora, in attesa di entrare nell'indispensabile database del sito Errorigiudiziari.com gestito dai due giornalisti di inchiesta Benedetto Lattanzi e Valentino Maimone, Zorzi si “accontenta” di essere stato riconosciuto innocente dopo due gradi di giudizio e tre anni e mezzo di carcerazione preventiva, dalla terribile accusa di avere ucciso Fabio Lorenzon. Che era il suo migliore amico, ritrovato il 24 settembre 2009 in una macchina sprofondata nella “marrana” vicino a Maccarese, intorno a Roma.
Il presidente dell’Unione camere penali Eriberto Rosso: “Alla giustizia italiana mancano le risorse”.
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IL NUOVO PALAZZO GIUSTIZIA DI FIRENZE |
Fonte: gonews.it - Articolo Completo QUI !
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L’amministrazione della giustizia italiana? Spartita fra le correnti dei magistrati.
Zanon (Csm): politici diminuiscano magistrati fuori ruolo. E poi accusa: persino i segretari dell’organo di autogoverno vengono «scelti dal Csm in base alla lottizzazione delle correnti»
«Quando si parla di giustizia in Italia, da qualche anno, c’è un divertente modo di eludere la questione. Si parla di efficienza». Per Nicolò Zanon, membro laico del Csm, non è possibile limitarsi a discutere di efficienza, o a rimarcare, anche giustamente, la «lunghezza dei processi civili e del problema delle carceri» senza andare a fondo della questione delle correnti. Altrimenti i tentativi di riforma diventerebbero «modi per eludere del problema centrale, che è il rapporto costituzionale fra i poteri», ha detto Zanon all’incontro “Giustizia? Esperienze per una riforma“, organizzato da Tempi, Panorama e Radio Radicale.I MAGISTRATI NELL’ESECUTIVO. «La prima cosa che i politici dovrebbero fare è rivendicare l’indipendenza della politica dalla magistratura», ha spiegato Zanon. «È mai possibile che presso il ministero della Giustizia debbano lavorare duecento magistrati fuori ruolo? È mai possibile che il primo atto che compie il ministro della Giustizia quando assume la carica sia quello di circondarsi di magistrati, oltretutto scelti con un attento bilanciamento tra le fazioni dell’Anm?», si è chiesto il consigliere del Csm. «In questo modo è ovvio che le riforme proposte dal governo siano solitamente poco fastidiose per alcuni assetti di potere della magistratura». «Eppure», ha ricordato Zanon, «ci sono professori universitari di diritto, avvocati, avvocati dello stato» che possono svolgere gli stessi compiti svolti dalle toghe fuori ruolo.
Leggi di Più: Giustizia spartita fra correnti. La denuncia di Zanon | Tempi.it
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Questa Sera - Intervista esclusiva a Bruno Contrada
Intervista esclusiva del direttore di Tv Luna Caserta (CH 95), Francesca Nardi, a Bruno Contrada in onda domani, lunedì 30 settembre, alle ore 21,00. Ex dirigente del Sisde, arrestato nel 1992 con l'accusa di concorso esterno in associazione di tipo mafioso, Bruno Contrada,si è sempre professato innocente. 'Sono un servitore dello Stato' - ha dichiarato ai microfoni del gruppo Lunaset in occasione della presentazione del suo libro dal titolo 'La mia prigione'. Nella puntata speciale di Gong anche l'intervista al magistrato Mario Pezza.
Fonte: LunaSet - Articolo Completo QUI
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Napolitano: «Spegnere il conflitto tra politica e giustizia»
«I magistrati abbiano un'attitudine meno difensiva e più propositiva rispetto al discorso sulle riforme».
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Giorgio Napolitano (Ansa/Paolo Giandotti) |
«SENSO DEL LIMITE» - «Non c'è nulla di più impegnativo e delicato che amministrare giustizia, garantire quella rigorosa osservanza delle legge, quel severo controllo di legalità, che rappresentano un imperativo assoluto per la salute della Repubblica» osserva Napolitano. E aggiunge: «Anche la considerazione della peculiarità» della funzione dei giudici e «l'inequivoco rispetto per la magistratura che ne è investita, sono stati e sono spesso travolti nella spirale di contrapposizioni tra politica e giustizia che da troppi anni imperversa in Italia».
Poi, il capo dello Stato raccomanda comunque ai giudici: «Molto importante è il contributo che ci si deve attendere dalla magistratura» per ridurre il conflitto politica-giustizia. Per questo i «modelli di comportamento» devono sempre essere «equilibrio, sobrietà, riserbo, assoluta imparzialità e senso della misura e del limite».
La giustizia italiana vista dagli altri
L’Ilva, Meredith, le cause civili. Giornali e osservatori inorridiscono
Coloro che sostengono che le critiche al sistema giudiziario italiano, e le conseguenti proposte di riforme radicali, nascono soltanto dalle vicende di Silvio Berlusconi (le quali sono evidenti prove dello strapotere giudiziario contrapposto alle istituzioni della democrazia, ma come tali non vengono prese in considerazione dall’ampia area di opinione contraria al centrodestra e al suo leader) dovrebbero prendere nota del modo in cui viene giudicata all’estero l’intraprendenza giudiziaria italiana anche in altri campi.
Fonte: IL FOGLIO - Articolo Completo QUI
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Coloro che sostengono che le critiche al sistema giudiziario italiano, e le conseguenti proposte di riforme radicali, nascono soltanto dalle vicende di Silvio Berlusconi (le quali sono evidenti prove dello strapotere giudiziario contrapposto alle istituzioni della democrazia, ma come tali non vengono prese in considerazione dall’ampia area di opinione contraria al centrodestra e al suo leader) dovrebbero prendere nota del modo in cui viene giudicata all’estero l’intraprendenza giudiziaria italiana anche in altri campi.
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CLAMOROSO: Tutti gli Errori Giudiziari !
ESCLUSIVO - Per la prima volta tutti i numeri degli errori giudiziari
Ingiusta detenzione, in Sicilia 50 milioni di euro in risarcimenti
“Mai violentata quella ragazza”: il processo si rifarà
Ottaviano Del Turco: vorrei vivere altri 5 anni per riabilitare il mio onore
Sei stato in carcere da innocente? Raccontaci la tua storia!
Assolto dall’accusa di sfruttamento della prostituzione, muore per virus contratto in carcere
Massacro di Ponticelli, rigettata di nuovo la revisione del processo ai tre «mostri»
Texas, sì alla legge contro gli errori giudiziari
Si chiama “Michael Morton Act”, entrerà in vigore il 1° settembre e consentirà ai difensori di avere accesso a tutti gli atti afferenti al processo, compresi gli interrogatori di polizia e le testimonianze raccolte durante le indagini
TAGS: ERRORI GIUDIZIARI, MICHEAL MORTON, TEXAS
Il caso Tortora, trent’anni dopo
Venticinque anni fa moriva il popolare conduttore televisivo. Cinque anni prima, nel giugno del 1983, era stato arrestato. Le accuse dei pentiti, la gogna pubblica, l’assoluzione in Cassazione, la malattia e la morte. Per quello che Giorgio Bocca definì “il più grande esempio di macelleria giudiziaria” nessuno ha mai pagato
Il cattivo detective che incastrava gli innocenti
La discussa carriera di Louis Scarcella, ex investigatore della polizia di New York. Prove dubbie e falsi testimoni. Riaperti 50 casi negli Stati Uniti
TAGS: INNOCENTI, LOUIS SCARCELLA, OMICIDIO, PROVE FALSE, TESTIMONIANZE
Le dieci piaghe della giustizia che l'Italia ora deve debellare
di Renato Brunetta
Dalla lunghezza dei processi ai privilegi dei magistrati, il Paese ha bisogno di una riforma radicale per rendere il sistema finalmente equo ed efficiente.
La giustizia in Italia non funziona. È un dato di fatto, inutile girarci attorno. Inutile nascondersi dietro i processi di Berlusconi: è solo una scusa per non fare una riforma fondamentale per il nostro Paese e che tutto il mondo ci chiede. Il programma iniziale di questa maggioranza prevedeva una riforma delle istituzioni che rafforzasse il potere politico, per poi procedere, con una rinnovata autorevolezza, alla riforma della giustizia. La strada ce l'ha indicata il capo dello Stato che, con le dichiarazioni a seguito della sentenza della Cassazione su Silvio Berlusconi, ha evocato il lavoro dei saggi da lui incaricati nell'aprile scorso per studiare i termini di una riforma della giustizia. Ma si può fare ancora di più: parallelamente alla riforma della giustizia, promuovere la raccolta firme per i referendum radicali, almeno un milione entro la fine di settembre 2013. La giustizia italiana va riformata da cima a fondo.
L'Italia è il Paese con maggior necessità di interventi migliorativi nel settore della giustizia.
1. Il numero di casi pendenti
2. Processi troppo lunghi
3. Un costo esagerato
4. Un budget troppo alto
5. Salari e stipendi
6. Una scarsa «accountability»
7. Meritocrazia zero
8. Avanzamenti di carriera
9. E la responsabilità civile?
10. Da zero a uno: meno di 0,5
Ultimo treno per la giustizia
Pannella e il Cav. Un vecchio savio matto e un macchinista senza agibilità. Ma loro possiedono l’unico salvacondotto che conti per l’Italia. Riformare la magistratura, che non si lascerà mai riformare.
Va a finire - non sarebbe la prima volta - che il più savio di tutti è un vecchio matto con gli occhi spiritati da sciamano e la coda di cavallo.
Marco Pannella sta offrendo, con i referendum, il biglietto per l’ultimo treno. Non certo l’ultimo treno per Berlusconi, che non ha più neppure il passaporto, e il cui potente salvacondotto si è rivelato fantomatico più dell’arma segreta di Hitler. No, il fischio del capostazione annuncia l’ultimo treno per la riforma della giustizia, il solo salvacondotto che conti per l’Italia, il “grande veicolo” su cui salire tutti. L’ultimo, si badi: non ci saranno a breve altre partenze, e a quel punto toccherà farsela a piedi, e ci vorranno anni o decenni. Non si annuncia come un viaggio comodo: la destinazione è incerta, le rotaie dissestate, il percorso disseminato di strettoie, ponti scricchiolanti e carcasse lasciate a marcire sui binari. Ma è la sola via possibile, o almeno la più realistica. Perché se è vero, come ha scritto Angelo Panebianco, che un potere forte e unito (la magistratura) non si lascerà mai riformare da un potere debole e diviso (la politica), ne consegue che l’unica flebo per iniettare in tempi brevi vigore e legittimità al potere cagionevole è un mandato popolare inequivocabile.
Fonte: IL FOGLIO - Articolo Completo QUI
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Va a finire - non sarebbe la prima volta - che il più savio di tutti è un vecchio matto con gli occhi spiritati da sciamano e la coda di cavallo.
Marco Pannella sta offrendo, con i referendum, il biglietto per l’ultimo treno. Non certo l’ultimo treno per Berlusconi, che non ha più neppure il passaporto, e il cui potente salvacondotto si è rivelato fantomatico più dell’arma segreta di Hitler. No, il fischio del capostazione annuncia l’ultimo treno per la riforma della giustizia, il solo salvacondotto che conti per l’Italia, il “grande veicolo” su cui salire tutti. L’ultimo, si badi: non ci saranno a breve altre partenze, e a quel punto toccherà farsela a piedi, e ci vorranno anni o decenni. Non si annuncia come un viaggio comodo: la destinazione è incerta, le rotaie dissestate, il percorso disseminato di strettoie, ponti scricchiolanti e carcasse lasciate a marcire sui binari. Ma è la sola via possibile, o almeno la più realistica. Perché se è vero, come ha scritto Angelo Panebianco, che un potere forte e unito (la magistratura) non si lascerà mai riformare da un potere debole e diviso (la politica), ne consegue che l’unica flebo per iniettare in tempi brevi vigore e legittimità al potere cagionevole è un mandato popolare inequivocabile.
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Prestanome della "mala", senza patente 300 auto intestate e libero.
Dionigi Curigliano, 57 anni disoccupato originario di Crotone, senza patente ma con ben 300 auto intestate, conosciuto in tutta Italia da Milano a Palermo, e pure in Belgio e Germania, di lavoro fa il prestanome per la "mala". Dagli 80 ai 150 euro per ogni intestazione. E così' Bmw e Mercedes ma anche scassoni, che andrebbero rottamati, portano il suo nome sulla carta di circolazione. Vetture che vengono usate per furti, scippi e rapine. Ma anche da immigrati senza patente o sconosciuti che amano l'anonimato. Una cosa che accomuna quasi tutte queste auto e' che circolano senza copertura assicurativa. una vera "mina vagante", per tutti. Quello che e' davvero singolare e che il signor Curigliano sia libero, sempre in pista, da almeno tre anni, nonostante denunce e diffide. Dalla questura sono partiti tutti i provvedimenti possibili, ma la magistratura non ha ancora aperto un processo.
Fonte: in20righe - Articolo Completo QUI
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