RSS di - ANSA.it

Visualizzazione post con etichetta Massoneria. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Massoneria. Mostra tutti i post

lunedì 19 febbraio 2024

GIOSUE' CARDUCCI: IN MEMORIAM

Il 18 febbraio 1907 vennero celebrati a Bologna, dove era morto due giorni prima, i funerali di stato del grande poeta Giosuè Carducci, premio Nobel per la letteratura. Come da sua richiesta egli venne sepolto con i propri parametri massonici. 

Altri quattro massoni italiani furono insigniti del premio Nobel: Camillo Golgi (medicina), Ernesto Teodoro Moneta (pace), Enrico Fermi (fisica), Salvatore Quasimodo (letteratura). Non vinse mai il Nobel un altro grande poeta massone: Giuseppe Ungaretti. 

Numerosi furono i massoni non italiani a vincere il premio Nobel: tra essi ricordiamo Einstein,  Kipling e Tagore. Massoni furono anche Goethe, Mozart, Voltaire,  Napoleone, Washington, Franklin, Jefferson, Lincoln,  Garibaldi, Blavatsky,  Steiner, Wilde, Fleming, Guenon, Mitterand, Totò, Gino Cervi, Rossano Brazzi, Stan Laurer e Oliver Hardy (Stanlio e Ollio), Duke Hellington, Louis Armstrong e  Sean Connery.  


Però secondo alcuni imbecilli siamo "un pericolo per l'umanità"!


www.studiostampa.com

venerdì 4 novembre 2022

28 ottobre: Andrea Ferravante fa chiarezza sul coinvolgimento della Massoneria.

Andrea Ferravante ricorda: “Nel 1924 iniziarono le profanazioni e le violenze verso entrambe le obbedienze massoniche e verso tutti i massoni”.

Nel nostro Paese ha sempre occupato un posto d’onore fra le credenze popolari, probabilmente anche in virtù delle massicce campagne poste in atto dai vari detrattori, che la Massoneria stia dietro a moltissimi tristi avvenimenti della nostra storia. La Marcia su Roma, di cui parliamo oggi, è fra questi. Cerco di dare un quadro d’insieme sulla situazione, provando a capire se davvero è tutta colpa dei “grembiulini” oppure no.

Un coinvolgimento forte?

È il 25 ottobre 1922, siamo alla stazione ferroviaria Roma Termini. Fra gli altri, un uomo aspetta sulla banchina l’arrivo di un treno proveniente da Napoli e diretto a Milano. Per il passeggero la giornata è stata intensa, sta rientrando infatti dall’adunata di Napoli, nella quale erano stati definiti i dettagli operativi della Marcia su Roma. Il viaggiatore è Benito Mussolini, profondamente affaccendato nel programmare la sua ascesa al potere. Chi l’attende invece risponde al nome di Raoul Vittorio Palermi che in quel momento ricopre la carica di Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia, obbedienza massonica nata fra il 1908 ed il 1910 in seguito alla scissione dal Grande Oriente d’Italia.

L’incontro, riferisce Cesare Rossi, stretto collaboratore di Mussolini, fu fugace, giusto pochi minuti, nei quali il Gran Maestro, pare, rassicurò il capo del Partito Nazionale Fascista che:

“Ufficiali del comando della Regia Guardia, alcuni comandanti di reparto della guarnigione di Roma, ed il generale Cittadini, primo aiutante di campo del re, li avrebbero aiutati nel loro moto essendo tutti appartenenti alla sua Obbedienza massonica”.

Da questa prima ricostruzione appare un importante coinvolgimento della Gran Loggia d’Italia negli eventi, ma diversi testi ci informano che anche la famiglia massonica del Grande Oriente d’Italia non era da meno.

Entrambe le Obbedienze, almeno all’inizio, avevano infatti visto favorevolmente il programma mussoliniano di riordino dello Stato. Michele Terzaghi, nel suo libro Fascismo e Massoneria scrive infatti:

“Mussolini non disdegnò la Massoneria, ed in particolare quella di Palazzo Giustiniani, che era la più forte numericamente e finanziariamente e la meglio organizzata, ed accettò le non poche e non piccole sovvenzioni per “Il Popolo d’Italia” che gli venivano offerte dal ragioniere Ciresla e dall’ambasciatore Barrère (all’epoca Ambasciatore di Francia in Italia, ndr)”.

Ritornando al Palermi può darsi che nelle sue rassicurazioni ci sia stato un po’ di bluff, o per lo meno una certa esagerazione al fine di aggraziarsi il futuro Duce ma il Gran Maestro, nei giorni 27/28/29 ottobre, fece la spola fra la sede del Partito Fascista, Montecitorio, il Viminale ed il Quirinale, dove fu ricevuto da Cittadini in varie ore senza preavviso.

Il regio esercito “immune” da tentazioni sediziose.

A questo punto occorre però esaminare, sine ira et studio, queste affermazioni. Fermo restando che non abbiamo la possibilità di verificare tramite gli elenchi degli affiliati alla massoneria di Piazza del Gesù queste affermazioni, pare tuttavia lecito dubitare che tali ufficiali posti difronte all’alternativa tra l’esecuzione degli ordini del re e le indicazioni del loro Gran Maestro avrebbero infangato il loro onore militare e rischiato la propria carriera. Tale dubbio è confermato dalle affermazioni del generale Pugliese, comandante della guarnigione di Roma, secondo cui

“salvo sporadiche eccezioni, le truppe sarebbero state immuni da ogni tentazione sediziosa e determinate nella volontà di eseguire ad ogni costo gli ordini superiori”.

Anche ammettendo che il pugno di ufficiali pronti a venir meno al proprio giuramento ed al vincolo di fedeltà alle istituzioni prendesse ordini da Palermi, appare decisamente improbabile che il loro tradimento sarebbe stato determinante per le sorti del fascismo se il re avesse scelto di firmare lo stato d’assedio e di procedere al disarmo delle squadre in camicia nera.

In ultima istanza, come registrato da Efrem Ferraris, capo di gabinetto del ministro degli Interni, nelle prime ore del 28 ottobre il generale Cittadini giunse al Viminale poco dopo tutti gli altri membri del governo per raccogliere notizie precise sulle occupazioni fasciste da riferire al Re.

Dai verbali si riscontra che alcuni ministri si mostrarono riluttanti a adottare una misura così grave come lo stato d’assedio. A vincere tali resistenze intervenne proprio il generale, informando il Consiglio che, qualora non fosse stato deliberato all’unanimità lo stato d’assedio, il Re si sarebbe visto costretto ad abbandonare l’Italia.

Se il primo aiutante di campo del re fosse stato realmente in sintonia con Palermi, o ne avesse seguito le direttive, avrebbe senza dubbio sfruttato le incertezze dei ministri per spaccare il Consiglio e cercare di orientarlo verso più miti decisioni. Invece, fu determinante per spronare il governo verso la resistenza al fascismo. Al di là dei dubbi circa la sua possibile affiliazione massonica, è il comportamento nelle ore cruciali della crisi dello stato liberale a smentire le affermazioni di Palermi. Pertanto, lasciamo da parte ogni ulteriore sforzo di quantificare l’influenza massonica tra gli ufficiali posti a difesa della capitale e analizziamo il tema centrale, cioè la repentina decisione di Vittorio Emanuele III di non firmare lo stato d’assedio.

Stato d’assedio: la firma che non arriva.

Mentre i prefetti e le autorità militari venivano allertate sull’imminente entrata in vigore dello stato d’assedio e nelle strade di Roma già venivano affissi i manifesti che informavano la popolazione della volontà del Re e del governo di non cedere alle intimidazioni di Mussolini, il Presidente del Consiglio Facta, si recò al Quirinale. Fu ammesso alla presenza del sovrano, che oppose un netto rifiuto alla firma del decreto di stato d’assedio. Quasi tutte le testimonianze, a cominciare da quella dello stesso Vittorio Emanuele III, escludono nettamente che Facta possa aver indotto il Re ad evitare di adottare l’estrema misura.

Un autorevole storico del fascismo come Renzo De Felice considera che nel determinare il rifiuto del Re pesarono i timori per le possibili trame del duca d’Aosta e ancor più i giudizi filofascisti espressi dai vertici militari, tra cui quello dell’ammiraglio Thaon di Revel, nonché una certa sfiducia nella compattezza e nell’energia del governo. L’idea che il ramo cadetto di casa Savoia potesse seriamente ambire al trono con il sostegno dei fascisti potrebbe aver sfiorato il Re, tuttavia è difficile credere che, in assenza di elementi concreti che provassero gli intenti sediziosi del duca, tale idea abbia potuto da sola determinare l’improvviso voltafaccia di Vittorio Emanuele III.

Di fronte al profilarsi del rischio di una guerra civile, decisiva avrebbe potuto essere invece l’opinione espressa al Re dai vertici delle forze armate. Nonostante manchino del tutto le prove sia di incontri, sia di contatti telefonici, è probabile, secondo alcuni storici come Repaci e il già citato De Felice, che nelle prime ore del 28 ottobre il re si sia consultato con i generali Diaz e Pecori Giraldi e con l’ammiraglio Thaon di Revel, i quali avrebbero confermato “la fedeltà dell’esercito, raccomandando però al sovrano di non metterla alla prova”.

Nessun dubbio può sussistere sull’atteggiamento filofascista dei due altissimi ufficiali, confermato non solo dalla loro diretta partecipazione, come ministri della Guerra e della Marina, al primo governo Mussolini. Addirittura, il figlio di Diaz, Marcello, prese parte alla marcia su Roma ed avrebbe poi ricoperto importanti incarichi durante il regime. Più riservato fu l’ammiraglio che, per ragioni di servizio, si trovava a Napoli nei giorni dell’adunata delle camicie nere. Alla stazione sarebbe stato avvicinato dal quadrumviro Cesare Maria De Vecchi e da Costanzo Ciano, che lo avrebbero messo al corrente di ogni dettaglio relativo alla marcia su Roma, pregandolo di informarne il re. L’ammiraglio avrebbe accettato il delicato incarico ed espresso piena fiducia in Mussolini, ottenendo in cambio la promessa di un incarico ministeriale nel futuro governo. In quale misura fece effettivamente pressione sul re per indurlo a negare la sua firma in calce allo stato d’assedio è, tuttavia, impossibile da stabilire sulla base dei documenti a disposizione.

Riguardo, infine, al terzo elemento giudicato da De Felice capace di spiegare il voltafaccia di Vittorio Emanuele III, cioè la sua sfiducia nelle capacità e nella tenuta politica del governo in carica, molti sono gli indizi.

Il Re subì senza dubbio l’influenza dell’idea giolittiana di depotenziare e controllare le spinte eversive del fascismo attirandolo nell’area di governo.

Tale disegno politico avrebbe potuto affacciarsi nella mente del sovrano quando nella sera del 27 ottobre il presidente del Consiglio Facta si presentò dimissionario. Le residue incertezze del Re avrebbero poi potuto cadere definitivamente non appena il generale Cittadini gli riferì dei contrasti presenti nel governo a proposito dello stato d’assedio. Vittorio Emanuele III avrebbe quindi optato per l’apertura a Mussolini, giudicandola meno rischiosa di una guerra civile da affrontare con un governo debole e diviso al suo interno ed un esercito giudicato dai suoi stessi vertici non del tutto affidabile.

Divengono pertanto, a mio avviso, maggiormente importanti le responsabilità del sovrano nella gestione della vicenda, rispetto alle responsabilità, vere o presunte delle istituzioni liberomuratorie. Dai documenti da me consultati posso dedurre che, se le obbedienze massoniche cercarono, in qualsiasi modo, di ingraziarsi il futuro Duce fu per ottenerne benefici politici e nella speranza che una maggior vicinanza al Partito potesse essere d’aiuto nell’intestina lotta fra il Grande Oriente e la Gran Loggia.

Per approfondire il ruolo della borghesia italiana: 28 ottobre: la lunga gestazione del fascismo secondo Lorenzo Somigli.

A conferma di ciò nei primi giorni del 1923 l’assemblea del Grande Oriente confermò di non essere contraria al fascismo e la Gran Loggia addirittura inserì nei suoi regolamenti la dichiarazione di fedeltà al fascismo.

Queste mosse a mio avviso furono fatte solo e soltanto per cercare di salvare il salvabile, tentando di evitare l’irrigidimento del partito nei confronti della massoneria, tentando di risparmiare ai massoni le angherie che, purtroppo, sarebbero state poi perpetrate dalle squadre del regime.

Non è infatti peregrino pensare che i due Gran Maestri non avessero saputo che nei primi giorni del 1923 Mussolini si era incontrato con il Cardinale Gasparri per cercare una conciliazione, ed è chiaro che non potevano convivere, fra gli alleati del fascismo, Chiesa e Massoneria.

Nel 1924 iniziarono infatti le profanazioni e le violenze verso entrambe le obbedienze massoniche e verso i massoni in generale. Le sedi romane del Grande Oriente e della Gran Loggia furono assaltate e, solo grazie all’intervento della forza pubblica, i manifestanti furono dispersi. Il solito copione andò in scena un po’ dovunque in Italia, Milano, Venezia, Bologna, Taranto. Questa par condicio nelle razzie mi fa supporre che nessuna delle due famiglie godesse di particolari favori presso il Duce e appare pertanto poco sensato supporre che, come qualcuno ipotizza, una famiglia massonica potesse aver aiutato gli assassini di Matteotti per godere di un miglior trattamento.

Nel 1925 fu approvata la legge che, in sostanza, bandiva dalla Penisola ogni associazione liberomuratoria ponendo fine a qualsiasi possibilità di conciliazione fra il fascismo e l’arte reale. Il 23 settembre del 1925 furono “sciolte tutte le logge e le camere superiori del rito scozzese antico ed accettato” della Gran Loggia d’Italia. Stessa sorte toccò al Grande Oriente d’Italia il 22 novembre 1925.

Un excursus su tutti gli interventi: 28 ottobre: cent’anni dopo la Marcia su Roma. La sintesi dell’evento di Tazebao e ARS.

www.studiostampa.com

giovedì 2 marzo 2017

Di nuovo alla carica l'antimassoneria !


Gdf sequestra elenchi massoneria

ANSA.it - ‎19 ore fa‎
Da tempo l'Antimafia ha acceso un faro sui rapporti tra mafie e massoneria sia in seguito agli sviluppi di alcune inchieste della Dda di Reggio Calabria, sia dopo l'audizione della procuratrice aggiunta di Palermo, Teresa Principato, che ha raccontato ...

Massoneria, ecco i motivi del sequestro dell'elenco degli iscritti di ...

Stretto web - ‎12 ore fa‎
loggia_massonica “Nel corso di missioni in Calabria e Sicilia, di documentazione acquisita ed audizioni finora svolte, sono emersi preoccupanti elementi sul rischio di infiltrazione da parte di Cosa Nostra e della 'ndrangheta di settori della massoneria”.

Massoneria, Capezzone: Non comprendo sequestro elenchi ...

Agenparl - ‎14 ore fa‎
La responsabilità penale è personale. Se qualcuno è sospettato di aver commesso un reato, sia indagato, processato ed eventualmente condannato, dopo un giusto processo: che sia massone o no, credente o no, cattolico o no, laico o no, avvocato o no, ...

Hollande e quei presunti legami con la massoneria

DiariodelWeb.it - ‎17 ore fa‎
PARIGI - Mentre la Francia vive una nuova emergenza banlieue e si trova nel pieno di una infuocata campagna elettorale, il presidente francese Francois Hollande fa visita ai massoni francesi. Sì, avete capito bene: ai massoni. Il Presidente si è ...

Mafia e massoneria: le contiguità negli elenchi delle logge

Blasting News - ‎53 minuti fa‎
In varie occasioni del resto il coraggioso magistrato calabro ha spiegato come sia stato ridefinito il rapporto tra 'ndrangheta, politica e anche pezzi della magistratura magistrati, proprio attraverso la massoneria, tanto da poter definire l ...

Massoneria, 'ndrangheta e riciclaggio fra le pieghe della Argo 1

tio.ch - ‎27 feb 2017‎
I nomi - L'inchiesta ha svelato un sistema malavitoso chiamato “La Santa” o “A Mamma Santissima” in cui confluiscono i massimi poteri della 'ndrangheta calabrese, della massoneria occulta e della politica locale. Un sistema in grado di decidere ...

La Massoneria ferrarese presenta il suo “Furioso”

Estense.com - ‎28 feb 2017‎
“Astrologia, magia, esoterismo ed alchimia nella Ferrara degli Estensi ai tempi di Ludovico Ariosto” è il titolo del convegno della Massoneria Grande Oriente d'Italia in programma a Ferrara sabato 4 marzo a cura delle logge ferraresi “Girolamo ...

Massoneria: arriva provvedimento, rafforza legge Anselmi

ANSA.it - ‎23 feb 2017‎
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Non esistono oggi leggi che sanciscano l' incompatibilità tra l'aderire a organizzazioni come la massoneria e lo svolgere una funzione pubblica in un ruolo apicale. Tutto questo viene previsto in due proposte di legge che sono ...

Massoneria, ecco le due proposte di legge

Gazzetta del Sud - ‎25 feb 2017‎
Non esistono oggi leggi che sanciscano l' incompatibilità tra l'aderire a organizzazioni come la massoneria e lo svolgere una funzione pubblica in un ruolo apicale. Tutto questo viene previsto in due proposte di legge che sono state presentate oggi ...

Massoneria, Gran Loggia Italia: “siamo fiduciosi che impegno ...

Stretto web - ‎14 ore fa‎
loggia_massonica “La Gran Loggia d'Italia degli antichi liberi accettati muratori, con spirito collaborativo, sta ottemperando l'ordine di consegna degli elenchi dei propri iscritti delle regioni Calabria e Sicilia nel pomeriggio di oggi pervenuto ...

Massoneria, Gran Maestro Binni: consegniamo elenchi ad Antimafia

IL FOGLIETTONE - ‎9 ore fa‎
“La Gran Loggia d`Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori, con spirito collaborativo, sta ottemperando l`ordine di consegna degli elenchi dei propri iscritti delle regioni Calabria e Sicilia nel pomeriggio di oggi pervenuto dalla Commissione ...

Massoni al bando tra magistrati, militari, ambasciatori e dirigenti Pa ...

Il Sole 24 Ore - ‎22 feb 2017‎
Non esistono norme di legge che sanciscano la incompatibilità tra l'appartenenza a organizzazioni come la massoneria (rectius: il dedalo di massonerie) e lo svolgimento di una funzione pubblica (magistratura in primis). Da qui nasce la seconda esigenza ...

Il barone Yves Marsaudon: un massone nell'Ordine di Malta

Corrispondenza romana (Blog) - ‎22 feb 2017‎
Raymond Burke, Patrono del Sovrano Ordine Militare di Malta (SMOM): «un invito alla vigilanza contro l'appartenenza di membri dell'Ordine di Malta alla massoneria e azione decisa per fermare i responsabili della distribuzione di contraccettivi nei ...

Per l'antimafia, mafia e massoneria vanno a braccetto. Bindi al ...

Rosalba Garofalo (Comunicati Stampa) (Blog) - ‎27 feb 2017‎
Adesso è caccia aperta ai massoni. Rosy Bindi, presidente dell'Antimafia parlamentare, sulla scia delle inchieste sulla 'ndrangheta, ha chiesto gli elenchi dei 23mila iscritti al Grande Oriente d'Italia, la maggiore comunione massonica italiana, nata ...

Massoneria: Il Grande Oriente d'Italia ricorda Giordano Bruno

Agenparl - ‎17 feb 2017‎
(AGENPARL) – Roma, 17 feb 2017 – “Una fiamma per la libertà”: a tenerla sempre viva è la Massoneria del Grande Oriente d'Italia, che ha dato questo titolo all'incontro tenuto oggi nella sala stracolma della Biblioteca del Vascello per ricordare ...

Elenchi massoni/ Nuovo duro scontro tra Commissione antimafia ...

Il Sole 24 Ore - ‎21 feb 2017‎
Con un tweet dello stesso giorno il Goi espone al globo terracqueo la foto sorridente di «Don Francesco, prete di frontiera in #Calabria, uno di quelli che non crede ai teoremi che equiparano la #Massoneria a 'ndrangheta o mafia». Ora uno si domanda ...

Massoneria:arriva proposta legge, rafforza legge Anselmi

ANSA.it - ‎22 feb 2017‎
(ANSA) - ROMA, 22 FEB - Rafforzare la legge Anselmi aumentando le pene minime e massime, prevedendo l'utilizzo delle intercettazioni nelle indagini e aumentando il periodo di interdizione dai pubblici uffici. E soprattutto, stabilire l'incompatibilità ...

'Ndrangheta e Massoneria deviata: il potere sulle istituzioni di oggi

Blasting News - ‎26 feb 2017‎
Il Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Catanzaro, qualche giorno addietro, si è impegnato a chiarificare i ruoli, e la struttura di due importanti famiglie, ovvero la 'Ndrangheta e la Massoneria. Stando al supremo parere di ...

Massoneria: la Commissione parlamentare Antimafia chiede gli ...

GraffioTech (Blog) - ‎12 ore fa‎
La richiesta di intervento è stata avanzata da Rosy Bindi (Commissione parlamentare antimafia), che ha deliberato all'unanimità il sequestro degli elenchi degli iscritti. Nel mirino sarebbero finite le associazioni: Grande Oriente d'Italia; Gran Loggia ...

Massoneria: proposta dell'On.PD Davide Mattiello di sanzioni penali

Varese Press - giornale online - ‎23 feb 2017‎
La Presidente della Commissione Antimafia che aveva chiesto gli elenchi degli iscritti la pensa diversamente:”Non ho capito quello che sulla massoneria ha dichiarato Luigi Berlinguer. E se ho capito non lo condivido. Mi auguro che sul tema della doppia ...

www.studiostampa.com