Articolo di Deborah Bianchi 6 aprile 2012 18:07
L’eterna battaglia tra proprietà e libertà che campeggia in Internet ci lascia indulgere in un angosciante pensiero: stiamo andando verso una società in cui i diritti vengono considerati sempre più un lusso.
In generale si registra un trend allarmante in tema di diritti.
Nello scenario digitale i vari tentativi di normativizzazione, di cui anche il Regolamento AGCOM fa parte, esprimono la convinzione dei titolari dei diritti proprietari (marchi o autore) che vedono la tutela dei diritti di libertà di espressione e di circolazione digitale come lacci e laccioli buoni solo per intralciare l’economia.
Occorre invece leggere la questione a rovescio. Internet ha registrato il grande successo sotto i nostri occhi proprio perché ha dato voce alle persone. Ciascuno si è sentito libero di esprimersi e di gridare o parlare al mondo, convinto che qualcuno dall’altra parte del “cavo” lo ascoltasse. E’ questa la forza di Internet insieme allo sconcertante potenziale di condivisibilità dei contenuti e delle vie tecnologiche esperibili (mille e una più dei controlli calati dall’alto).
Addomesticare Internet nelle categorie della proprietà off line è una sconfitta sia per la proprietà digitale sia per l’innovazione. La proprietà deve cavalcare la tigre telematica armonizzandosi a un modello nuovo di economia che si fondi sulla condivisione anziché sull’esclusivismo proprietario del vecchio diritto civile.
Il suggerimento dunque è lavorare culturalmente, giuridicamente e commercialmente a un nuovo protocollo digitale dell’economia che valorizzi i diritti della persona come fonte principale dell’evoluzione del mercato. Nel frattempo NON FARE SCELTE AFFRETTATE.
Qui la bozza di regolamento dell'AGCOM
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
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