Arriva la prima condanna in Italia per istigazione a delinquere a carico del gestore di una pagina Facebook
Arriva in Italia la prima condanna
per i commenti postati su Facebook
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Francesca Vinciarelli - 14 maggio 2013 - Fonte PMI
Arriva la prima condanna in Italia per “istigazione a delinquere e apologia di reato” causata da commenti postati su un blog e a carico del gestore della pagina.
La sentenza risale ad un paio di mesi fa: ad essere condannato, il responsabile della pagina Facebook Cartellopoli (volta a combattere il degrado urbano di Roma), per non aver moderato commenti di utenti che invitavano a compiere reati.
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Massima attenzione deve quindi essere prestata ai commenti pubblicati sulla pagina Facebook di cui si è responsabili o gestori.
Le conseguenze non sono infatti indifferente: il Tribunale di Roma ha condannato a ben nove mesi di reclusione il responsabile del sito che si proclama come il “Comitato online contro lo stupro, la svendita e la consegna della città di Roma alla lobby cartellonara”.
Sotto accusa i commenti che invitavano ad agire contro i cartelloni abusivi e ad organizzare iniziative di protesta, ma anche altri contenuti dello stesso tipo presi da altri siti web e linkati nella pagina Facebook, nonostante siano stati postati da terzi, ovviamente anonimi.
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Licenziamento e Riforma Articolo 18: le esenzioni
Le nuove regole sui licenziamenti introdotte dalla Riforma del Lavoro Fornero non valgono per fare ricorso contro sentenze precedenti alle novità sull'articolo 18: le indicazioni della Cassazione.
Licenziamento, la riforma non si applica ai processi in corso.
Le nuove regole sul licenziamento della Riforma del Lavoro non valgono per i processi in corso: almeno, non per quelli che sono già in Cassazione.
Lo stabilisce la Suprema Corte, respingendo il ricorso di una società a cui i giudizi di primo e secondo grado avevano addebitato un licenziamento illegittimo - risalente al 2001 - imponendo il reintegro (previsto per le vecchie regole sul licenziamento, nelle aziende sopra i 15 dipendenti).
I ricorrenti proponevano l’applicazione della Riforma Fornero - nel frattempo intervenuta - auspicando un diverso giudizio sulla necessità di reintegro. Secondo la Cassazione, tuttavia, la Riforma non è applicabile ai processi in corso.
Fonte: PMI - Articolo Completo QUI
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Licenziamento, la riforma non si applica ai processi in corso.
Le nuove regole sul licenziamento della Riforma del Lavoro non valgono per i processi in corso: almeno, non per quelli che sono già in Cassazione.
Lo stabilisce la Suprema Corte, respingendo il ricorso di una società a cui i giudizi di primo e secondo grado avevano addebitato un licenziamento illegittimo - risalente al 2001 - imponendo il reintegro (previsto per le vecchie regole sul licenziamento, nelle aziende sopra i 15 dipendenti).
I ricorrenti proponevano l’applicazione della Riforma Fornero - nel frattempo intervenuta - auspicando un diverso giudizio sulla necessità di reintegro. Secondo la Cassazione, tuttavia, la Riforma non è applicabile ai processi in corso.
Fonte: PMI - Articolo Completo QUI
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La catastrofe è dietro l'angolo, ma non importa a nessuno
I dati emersi lo scorso anno dall'analisi del Rapporto Clusit 2012, che andava ad analizzare la situazione della sicurezza informatica nel mondo e in Italia sulla base degli incidenti noti, aveva dipinto un quadro particolarmente grave e sconfortante. A distanza di un anno, la situazione non è purtroppo cambiata e anzi è peggiorata in quanto sono passati 365 giorni nel disinteresse e nell'immobilismo più totale con, parallelamente, l'aggravarsi e l'intensificarsi dei problemi di sicurezza.
Fonte: QN
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