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Sicurezza alimentare: l'UE potenzierà il suo sostegno ai paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico in risposta all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia
La Commissione europea ha adottato una proposta per mobilitare 600 milioni di € dalle riserve del Fondo europeo di sviluppo per far fronte all'attuale crisi della sicurezza alimentare aggravata dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia.
Consiglio di Sicurezza: Violenza, retorica, discorsi d'odio, crimini di atrocità in Ucraina e non solo
Il Consigliere Speciale ONU per la prevenzione del genocidio ha informato il Consiglio di Sicurezza, rafforzando le preoccupazioni già espresse da altri alti funzionari delle Nazioni Unite in aula, sui "rischi accresciuti" di violenza sessuale e traffico di esseri umani, che stanno "colpendo in modo significativo donne e bambini", dopo l'invasione russa del 24 febbraio.
Ucraina: Le Nazioni Unite e i partner consegnano aiuti salvavita alla regione di Donetska
L'agenzia umanitaria delle Nazioni Unite OCHA ha riferito che sono stati consegnati a Kramatorsk e Sloviansk, due città nelle aree controllate dal governo dell'oblast' orientale di Donetska, in Ucraina, generi di prima necessità per quasi 64.000 persone.
Asilo e migrazione: il Consiglio approva i mandati di negoziato sui regolamenti Eurodac e sullo screening e 21 Stati adottano una dichiarazione sulla solidarietà
Il Comitato dei Rappresentanti Permanenti (Coreper) ha adottato alcuni importanti testi di prima fase in materia di asilo e migrazione, basati sulle proposte presentate dalla Commissione nel quadro del Patto su migrazione e asilo.
Gli Stati membri della zona euro raccomandano che la Croazia diventi il 20º membro della zona euro
L'Eurogruppo ha approvato una raccomandazione degli Stati membri della zona euro al Consiglio. I ministri hanno convenuto con la valutazione positiva della Commissione europea e della Banca centrale europea sul rispetto dei criteri di convergenza da parte della Croazia.
Il professor Giuseppe Di Federico, tra le massime autorità in materia di diritto, tra i promotori dei sei referendum per una giustizia più giusta, ben noto ai lettori di “Notizie Radicali”, ha rilasciato al “Giornale di Sicilia” un’intervista curata da Gerardo Marrone. La riproduciamo. Docente di Ordinamento giudiziario a Bologna ed ex membro “laico” del Consiglio superiore della magistratura, componente della commissione di saggi voluta dal premier Enrico Letta per mettere a punto un pacchetto di riforme costituzionali, Giuseppe Di Federico non è certo un cultore del politicamente corretto. Non è da tutti, d’altronde, dedicare un intero lavoro al “Contributo del CSM alla crisi della giustizia”. Professor Di Federico, si parla tanto di ‘giustizia giusta’. Ma cos’è? O meglio, cosa dovrebbe essere? “Volendo riassumere, il giudice deve risolvere una controversia tra due parti che si presentano da lui in posizione di parità. Ciò implica che il giudice e le parti devono avere la competenza o essere assistite da persone dotate di competenza per fare quel lavoro. E già qui, in Italia, sorgono i primi problemi”. Cioè? “Per esempio, come diceva Giovanni Falcone, una delle ragioni della crisi della giustizia sta nel fatto che i magistrati, dopo il reclutamento, non subiscono più valutazioni di professionalità. Poi, esiste un’altra questione…”. Quale? “Il processo, civile e penale, dovrebbe svolgersi in tempi ragionevoli. Altro aspetto che in Italia non esiste. Per i ritardi della nostra giustizia abbiamo ricevuto dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo il doppio delle condanne ricevute dagli altri Paesi dell’Europa occidentale nel loro insieme”. Limitiamoci all'ambito penale. Sulla divisione delle carriere tra pubblici ministeri e magistrati giudicanti, solo scontri e nessuna soluzione concreta. Perché? “La sola divisione delle carriere, pur importane, non serve a molto sul piano operativo. Se per ipotesi ciò dovesse avvenire, lei pensa che per questo solo fatto i giudici considereranno il PM meno collega di prima? Per raggiungere l’obiettivo, la divisione delle carriere deve produrre strumenti di responsabilizzazione che oggi non esistono”. Non starà mica dicendo che i PM sono ‘irresponsabili’? “A differenza di tutti gli altri paesi da noi il Pubblico Ministero è indipendente come il giudice. Dalla Francia agli Stati Uniti, dal Portogallo alla Germania, all’Inghilterra, il PM fa invece parte di una struttura gerarchica unificata. Ha, cioè, a livello nazionale un capo che è politicamente responsabile del modo in cui vengono condotte le indagini e l’iniziativa penale. Qui, tutto questo non c’è. Le singole procure ed i singoli PM possono agire a loro piacimento. E se alla fine esce fuori che non c’era alcuna ragione per agire, loro possono sempre dire che non potevano fare diversamente a casa della obbligatorietà dell’azione penale”.
(MeridianaNotizie) Roma, - Responsabilità civile dei magistrati, il rientro nelle proprie funzioni fuori ruolo; l’abolizione dell’ergastolo e la separazione delle carriere. Il partito dei radicali punta il dito contro la lentezza del sistema giudiziario italiano, lanciando un referendum suddiviso in sei quesiti. Con l’obbiettivo delle 500 mila firme, il partito di Pannella, rappresentato da Elisabetta Zamparutti si è radunato allo slogan “Questa giustizia può colpire anche te”.