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Principe Enrico Giuliano di Sant'Andrea

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In seguito a talune azioni calunniose, riconducibili a quanti i miei legali hanno provveduto a querelare, mi è d’obbligo chiarire quanto segue:

Nel lontano 1999 vengo indagato insieme all'intero consiglio di amministrazione della Spa partecipata dallo Stato, One comm, nell’ambito di una spontanea verifica della Guardia di Finanza.

Al temine dell’istruttoria, il Pubblico Ministero competente, richiede l’archiviazione per  prescrizione. L’ipotesi di reato -dopo 3 mesi di intensa indagine- è costituita dall'ipotesi di truffa, in quanto in un impianto, un componente (segnatamente una tastiera), risultava non essere nuova e del valore rendicontato, bensì di qualità inferiore e per di più usata.

Vero è quanto asserito dall'accusa, ma ancor più vero è che l’oggetto di tanta attenzione, è solo una tastiera sostitutiva -nei termini di garanzia ed assistenza del produttore- in quanto quella effettiva, si trovava in manutenzione, presso lo stabilimento del fornitore.
Strano appare  da subito, che a cotanta attenzione, sia sfuggita la bolla di consegna e la ricevuta del carico in garanzia.

Consapevole che la prescrizione non è l’assoluzione, che ci si deve difendere nel processo e non dal processo e che ai diritti è possibile rinunciare, con estrema e giustificata fiducia nella Giustizia ed in chi la amministra, mi reco dal signor Pubblico Ministero, chiedendo la rinuncia alla prescrizione ed il processo in tempi brevi.

Dopo attenta riflessione, è lo stesso signor Pubblico Ministero a dichiarare che “comunque sarebbe intervenuta la prescrizione per l’ipotesi di reato ascritta, ma soprattutto che non vi sarebbero elementi per poter sostenere l’accusa”. Fuori dal “legalese”:  il reato non esiste, dunque non è stato commesso.

A riprova di ciò, allego la richiesta di archiviazione con l’affermazione sostanziale su citata ed il dispositivo di archiviazione.

Stupisce che intelligenze varie, non siano state in grado di comprendere quanto sintetizzato e si siano avventurate in azioni delatorie e diffamatorie, per le quali saranno chiamate in giudizio.

Lugano, 26.01.2019

Enrico Giuliano di Sant'Andrea

www.studiostampa.com

Scandalo in Procura. Il Procuratore Capo archivia le denunce contro le banche

Il Procuratore Capo della Repubblica di un Tribunale Italiano archivia le denunce contro le banche, iscrivendole a “modello 45” delle notizie insensate. Una vittima bancaria denuncia i fatti e il Procuratore Generale avoca il fascicolo. Ora si farà chiarezza.  
Ecco il documento.
Sapete in che cosa consiste il così detto “modello 45″? 
Ecco  che cos'è e a  cosa serve
Emidio Orsini di “Delitto Usura” ci da notizia che proprio a causa di queste archiviazioni de plano, una persona ha scritto una lettera dicendo che per lui non c’erano più speranze, solo il suicidio poteva essere risolutivo. Immediatamente sono state fatte tutte le procedure del caso per evitare l’ennesima morte. 
Ecco la lettera devastante, il grido straziante della disperazione di chi non trova conforto nelle Istituzioni, nella Giustizia. 

Fonte: LiberoReporter

www.studiostampa.com

Prof. Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini

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Nel cercare notizie sul Prof. Salvemini, nipote dell’illustre storico e politico Gaetano Salvemini, ci si imbatte, oltre che nella giusta descrizione di chi ha dedicato tutta la sua vita al ricordo dello zio con una serie infinita di iniziative, conferenze, pubblicazioni ed altro, apprezzate sia in Italia che all'estero, anche in alcuni files che, ingiustamente, hanno causato e causano un gravissimo danno alla sua reputazione.
Si tratta di questo: la Procura di Palmi fece arrestare quattro persone, tra cui anche il Prof. Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini per una serie di reati al fine di incidere sulle elezioni del 1994 al Comune di Roma. Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini era capolista di una lista civica che avrebbe dovuto disturbare l’elezione di Rutelli a Sindaco di Roma; cosa oggettivamente falsa perché la lista di Salvemini era invece anche essa una lista di sinistra di supporto a Rutelli.
E’ bene chiarire fin da ora due circostanze di fatto: la prima è che Salvemini constatò immediatamente l'incompetenza della Procura di Palmi; la seconda è che una volta ristabilita la competenza di Roma, la Procura della capitale ha chiesto  l’archiviazione della vicenda e in data 3-7-2000 il G.I.P. di Roma dott.ssa Augusta Iannini ha emesso decreto di archiviazione dichiarando “non doversi promuovere l’azione penale”, così sconfessando clamorosamente l’operato dei giudici di Palmi.
Su ricorso del Salvemini la Corte d’Appello di Roma ha emesso ordinanza ex art. 314 c.p.p. riconoscendogli un risarcimento di euro 9000.
In tale situazione, nel rispetto della Deontologia Professionale, si invitano tutti i Motori di Ricerca ed i Giornalisti ad integrare la notizia con la pubblicazione del presente Comunicato, dando atto dei fatti successivi quali l’archiviazione e la riparazione. Ogni ulteriore incompletezza darà origine alla azione legale del Prof. Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini che, avendo già subito un danno palesemente ingiusto, si vedrà costretto ad adire il Giudice Penale per il reato di diffamazione.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA