Parole pesanti come macigni quelle di Salvatore Borsellino in una sala gremita a Carnago (VA) un piccolo comune del varesotto dove la Mafia sembra essere solo una parola che viene da lontano e invece è intorno a noi e, dismessa la coppola e la lupara, indossa abiti griffati e discute con eleganza di finanza e di politica.
Salvatore, questo ragazzo di settantatré anni, con l'entusiasmo di un adolescente, vuole ancora tenere vivo e forte il sogno di Paolo, ucciso con la sua scorta nel 1992 dalla mafia per tenere nascosta la trattativa con lo stato.
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