di Biancamaria Gentili
La Repubblica Italiana, non avendo imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, è venuta meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l’articolo 5 della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
Questa in estrema sintesi la motivazione della condanna inflitta all’Italia dalla Corte di giustizia europee con sentenza C312/11, Quarta sezione, pubblicata il 4 luglio 2013.
Fonte: Il Foglietto- Articolo Completo QUI
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