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Pensione di marzo alle Poste, pagamento da domani 23 febbraio.

Pagamento pensioni di marzo: ecco il calendario con le date in ordine alfabetico, a partire dal 23 febbraio, per chi ritira o ha l'accredito alle Poste.

Online il calendario dei pagamenti della pensione di marzo ritirata presso Poste Italiane: si comincia il 23 febbraio, come sempre in anticipo ed in ordine alfabetico per evitare assembramenti Covid. Per chi ha scelto l’accredito la data di disponibilità dell’assegno è per tutti la stessa (bisogna essere titolare di Libretto di Risparmio, Conto BancoPosta o Postepay Evolution), mentre chi ha una carta Postamat, Carta Libretto o Postepay Evolution può prelevare nello stesso giorno la pensione da uno dei 7mila ATM Postamat dislocati su tutto il territorio nazionale.

Infine, chi si reca allo sportello per il ritiro in contanti deve seguire il seguente calendario in base al cognome del titolare della pensione:

  • dalla A alla B martedì 23 febbraio,
  • dalla C alla D mercoledì 24 febbraio,
  • dalla E alla K giovedì 25 febbraio,
  • dalla L alla O venerdì 26 febbraio,
  • dalla P alla R sabato mattina 27 febbraio,
  • dalla S alla Z lunedì 1° marzo.

Gli over 75 che non hanno già delegato qualcuno al ritiro, possono farne richiesta ai Carabinieri, che poi porteranno la pensione a casa dell’interessato.

=> Pensioni, pagamenti anticipati fino a maggio agli sportelli postali

Ricordiamo che il pagamento della pensione in anticipo è stato disposto almeno fino al prossimo maggio. Sempre per evitare assembramenti, considerato il perdurare dell’emergenza Coronavirus. La data valuta resta comunque quella del primo giorno bancabile del mese, che è anche il giorno di accredito per chi riceve il trattamento su conto bancario.

Fonte: PMI

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ROMA: FIACCOLATA DEL VESPRO ROMANO !

Giovedì 25 febbraio dalle ore 18.00 in Piazza Mastai a Trastevere

FIACCOLATA DEL VESPRO ROMANO

Nel 1798 le truppe francesi occuparono Roma con il pretesto dell’uccisione di un generale diplomatico durante una sommossa provocata dai francesi e dai giacobini romani. Il Papa venne fatto prigioniero ed esiliato, mentre nell’Urbe veniva proclamata una Repubblica sul modello di quella Francese nata dalla rivoluzione. La nuova repubblica ordinò l’abbattimento dei simboli del vecchio regime,  vietò le festività religiose, rimosse le immagini sacre in ogni angolo della città, limitò le libertà religiose e obbligò tutti i cittadini a portare al posto della croce la coccarda con i colori del tricolore giacobino, innalzando nottetempo nelle principali piazze cittadine l’albero della libertà dei rivoluzionari francesi.

Le nuove tasse, lo sradicamento forzato delle tradizioni e le vessazioni continue che i cittadini romani dovettero subire da parte degli occupanti francesi accesero nei quartieri popolari della città un risentimento che il 25 febbraio del 1798 sfociò in una piena rivolta.

Quel giorno, a Trastevere, una pattuglia di guardie civiche intimò ad alcuni giovani di togliere dalla coccarda tricolore la crocetta aggiunta quale  simbolo di identità e segno di sfida all'occupante: le guardie civiche finirono gettate nel Tevere e all'ora del Vespro scoppiò la rivolta che, al grido di  “Viva Maria”, dilagò in tutti gli altri rioni popolari: Borgo, Monti e Regola si unirono ai tumulti che infuocarono perfino i Castelli Romani. La città di Roma fu messa a ferro e fuoco per due giorni finché la cavalleria francese non riuscì a sopprimere le resistenze dei rivoltosi.

Alla memoria delle centinaia di cittadini, perlopiù di umili origini, e dei religiosi fucilati dai francesi alle porte di Piazza del Popolo e poi gettati nelle fosse comuni, l'Amministrazione di Roma  non ha mai dedicato un monumento, una via o  un ricordo qualsiasi.

Con una fiaccolata, vogliamo ricordare noi l’orgoglio di questi romani che si sollevarono e morirono per non rinnegare l’identità di questa città.

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