VADEMECUM PER TRATTARE CON GLI AVVOCATI: COME REGOLARSI E COME DIFENDERSI


Con legge di fine legislatura, il 31 dicembre 2012 (l. 247/2012) è stata approvata la riforma dell'ordinamento della professione forense. Fra i numerosi articoli, che disciplinano le nuove disposizioni su ordini distrettuali, poteri del Cnf (Consiglio nazionale forense) e così via - che sono di interesse più per la categoria che per il cittadino - sono state cristallizzate norme che già avevano visto la luce di recente, sui rapporti fra l'utente e l'avvocato.
Con questa sintesi, alla quale aggiungiamo qualche dato di esperienza professionale maturato negli anni, anche grazie alle lettere che giungono in redazione, vogliamo fornire qualche consiglio pratico e rispondere alle vostre FAQ sul tema, su come avere un buon rapporto con il proprio legale, che non riservi sorprese. 
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Il procedimento disciplinare nella riforma dell'ordinamento forense

A cura della Redazione Lex 24
1.  (I principi fondamentali).
A) Il 21 dicembre è stata approvata dal Senato la nuova disciplina professionale per gli avvocati, con Legge n. 247, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 18 gennaio u.s., e parzialmente entrata in vigore il 2 febbraio 2013.
La riforma investe tutti gli aspetti della professione legale e prevede una rivoluzione copernicana nella materia disciplinare; sia per gli aspetti sostanziali (gli illeciti) che per quelli procedurali.
Secondo l’art. 35, co. 1, lett. d), il Consiglio Nazionale Forense dovrà emanare (ed in seguito aggiornare) il Codice deontologico Forense, nel quale saranno delineati i nuovi illeciti disciplinari; l’art. 65, co. 5, indica che il Codice dovrà essere approvato entro un anno dall’entrata in vigore della legge di riforma, sentiti i Consigli degli Ordini forensi circondariali e la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza. 
Fonte: Il Sole 24ORE
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Costituzione della Repubblica Italiana


Art. 94.

Il Governo deve avere la fiducia delle due Camere.

Ciascuna Camera accorda o revoca la fiducia mediante mozione motivata e votata per appello nominale.

Entro dieci giorni dalla sua formazione il Governo si presenta alle Camere per ottenerne la fiducia.

Il voto contrario di una o d'entrambe le Camere su una proposta del Governo non importa obbligo di dimissioni.

La mozione di sfiducia deve essere firmata da almeno un decimo dei componenti della Camera e non può essere messa in discussione prima di tre giorni dalla sua presentazione.