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Tronchetti leso e condannato L'assurdo della giustizia italiana !

di Sergio Luciano
“Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d’oro: pigliatelo dunque e mettetelo subito in prigione”: la metafora corrosiva di Collodi, al secolo Carlo Lorenzini, che nel suo “Libro di Pinocchio” fa arrestare il burattino per la colpa di essere stato derubato, echeggia sinistramente ogni giorno in molte aule (per fortuna non la maggioranza ma una buona fetta) dove si celebrano i riti della malagiustizia italiana. Comunque si voglia valutare l'operato di Marco Tronchetti Provera, numero uno della Pirelli e già patron della Telecom, è questo il senso della sorprendente condanna a venti mesi comminatagli stamattina dal tribunale di Milano per la colpa di essere stato spiato...
Come ha prudentemente detto l'avvocato difensore, Roberto Ramponi, sarà meglio attendere il deposito della sentenza per capirne le motivazioni, ma i fatti sono chiari: Tronchetti viene accusato di ricettazione per aver ricevuto, consapevole secondo la sentenza di oggi della loro provenienza illecita, i dati su Telecom che erano stati carpiti dalla società di indagini Kroll su ordine della concorrenza in Brasile, ed a questa sottratti da un hacker informatico pagato dalla “security” di Telecom, all'epoca guidata dall'abile ma spregiudicato Giuliano Tavaroli. Insomma: Tronchetti guida Telecom, Telecom è sotto attacco spionistico, si difende col controspionaggio, e il capo del controspionaggio riesce a sapere grazie a un furto informatico quali fossero le notizie su Telecom sottratte dalla concorrenza. Le passa al capo di Telecom, e questi è un malfattore? Incomprensibile.

Fonte: Affari Italiani - Articolo Completo QUI

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