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Foibe, Riva Destra non scorda e organizza manifestazioni in 20 città d'Italia.

                           

In occasione del 10 febbraio, Giorno del Ricordo, la comunità militante di Riva Destra si mobiliterà in 20 città, a sostegno delle commemorazioni organizzate da Fratelli d'Italia sul territorio nazionale, ma anche con proprie iniziative: fiori con la scritta 'Riva Destra non scorda' deposti in luoghi simbolo, anche per supportare la proposta di legge presentata dal deputato di FdI Walter Rizzetto e sottoscritta da tutto il gruppo parlamentare, per punire il negazionismo e attribuire un ruolo primario alle associazioni di esuli Fiumani, Istriani e Dalmati nel difendere la storia del confine orientale". Lo comunica una nota di Riva Destra. "Le associazioni degli esuli -continua la nota- devono essere interpellate prima di autorizzare o concedere spazi per lo svolgimento di eventi sulle foibe e nei piani di insegnamento nelle scuole, per garantire una testimonianza autentica di un pezzo di storia per troppo tempo occultata. Concordiamo pienamente -conclude la nota- per una modifica del Codice Penale affinché sia previsto il reato di apologia e negazione degli eccidi delle foibe e per questo ci mobiliteremo a Roma, Udine, Imola, Rimini, Treviso, Ancona, Trani, La Spezia, Savona, Cosenza, Crotone, Lamezia Terme, Latina, Viterbo, Trento, Venezia".  Ecco nel dettaglio l'elenco delle iniziative e delle presenze a sostegno di Fratelli d'Italia: Fabio Schiuma e Lorenzo Loiacono, alle ore 11.00 a Roma, presso il monumento in Largo delle Vittime delle Foibe Istriane; Stefano Zangrillo alle ore 16.00 a Formia, presso il monumento ai Caduti in Piazza della Vittoria, la sezione FDI-RD deporrà una corona in onore ai Martiri delle Foibe; Loredana Vaccarotti, alle 15.30 di Mercoledì 10 a Vetralla (VT), presso Piazza dei martiri delle foibe; Donatella Marchetti alle ore 10.00 a Imola, presso il monumento delle Vittime delle Foibe Istriane; Daniela Borghesi alle ore 13.00 a Rimini, presso il parco intitolato alle vittime delle Foibe Istriane; Giuseppe Fiorito, alle ore 16.00 a Rovereto (TN) in Piazza Largo Foibe; Sandro Taverna, alle ore 13.00 a Treviso, presso la stele dedicata ai martiri delle foibe al di fuori della chiesa di Santa Maria Assunta in via Scarpa; Stefano Ervas, alle ore 13.00 a Marghera (VE) presso il monumento delle vittime delle Foibe Istriane; Marika Diminutto e Lorenzo Codarin, alle ore 10.30 a Udine, presso il Parco Martiri delle Foibe; Sandra Amato, alle ore 16:30 di Mercoledì a Ostra (AN) al monumento dei martiri delle foibe; Francesco De Noia e Michele Di Modugno, alle ore 10.30 a Trani, presso il monumento ai Caduti nella Villa Comunale; Andrea Marrone con coordinamento cittadino FDI e il Movimento Conservatore Stella D'Italia, alle ore 18.30 a La Spezia, nella piazzetta Dei Martiri delle Foibe in Via Lunigiana a Mazzetta, presso il Villaggio Nazario Sauro che fu costruito per ospitare gli esuli; Luigi Tezel, ore 11 a Savona, presso il monumento ai caduti di piazza Mameli; Francesco Stinà, alle ore 18.00 di Mercoledì 10 a Cosenza, presso Largo dei Martiri delle Foibe Istriane; Gianni Iaconis, alle ore 10.00 a Crotone, presso Piazza Martiri delle Foibe. Ancora Giovedì 11, alle ore 10.00 al porto di Ancona, una delegazione di Riva Destra, guidata da Angelo Bertoglio, parteciperà alla commemorazione della regione Marche con il presidente Francesco Acquaroli. Infine Sabato 13 Francesco D'Agostino, Mirella Severino e Alessandro Ferrara, Alle ore 16.00 a Lamezia Terme, presso Viale Dei Martiri delle Foibe. 

RD: EMILIA: Domenico Muollo Alle ore 9.00 a Parma (Fidenza) Apporrà una corona d'alloro all'altezza della via intitolata ai Martiri delle foibe.

Filippo Spadafora Mercoledì 10 alle ore 19.00 a Verona presso Piazza dei Martiri. 

IL SOVRANISTA 

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Indro Montanelli: il 12 aprile del 1995 Montanelli scrive il suo ultimo "pezzo" per la chiusura de "La Voce".

Uno Straniero in Italia di Indro Montanelli
Da domani i lettori resteranno senza “Voce”. La sua ricomparsa è rinviata, come si suol dire, sinedie. Ci sono state molte voci, in questi ultimi giorni intorno alla “Voce”. Si è parlato persino di un golpe. Io ho voluto restarvi del tutto estraneo, anzi mi sono allontanato, per lasciare la redazione libera di decidere il suo destino. La redazione ha preferito lo harakiri allo stravolgimento del proprio giornale. Io lo sapevo e sottoscrivo. Ma in sede di rendiconto, dobbiamo riconoscere che questo trauma è stato non la causa, ma l'effetto di una crisi che risale più a monte. Di questa crisi potrei fornire varie spiegazioni, per così dire, congiunturali: il pauroso calo della pubblicità per la devastante concorrenza della TV, l'impennata dei costi ( il prezzo della carta è raddoppiato in pochi mesi), il distorcimento del mercato operato dai grandi quotidiani con una sfrenata corsa a supplementi, inserti, gadgets di ogni genere, buono e cattivo, cui non potevamo far fronte.Tutto vero. Ma tutto secondario rispetto al difetto d'origine. Noi volevamo fare, da uomini di Destra, il quotidiano di una Destra veramente liberale, ancorata ai suoi storici valori: lo spirito di servizio (quello vero, taciuto e predicato), il senso dello Stato, il rigoroso codice di comportamento che furono appannaggio dei suoi rari campioni da Giolitti ad Einaudi a De Gasperi. Insomma, l'organo di una Destra che oggi si sente oltraggiata dall'abuso che ne fanno gli attuali contraffattori. Questa Destra fedele a se stessa in Italia c'è. Ma è un'élite troppo esigua per nutrire un quotidiano. Ecco il vizio d'origine che ha fatto della “Voce” - come ha scritto Michele Serra - un giornale sbagliato, anzi un giornale “straniero”. I miei ragazzi, che per difenderlo avevano rinunziato a metà dello stipendio ed al fondo liquidazioni, ora vogliono costituirsi in cooperativa per rilanciarlo e se riusciranno a formare un'Associazione degli amici della “Voce” io ne sarò il presidente. Altro non posso dargli. Sono stanco di grufolare nel pantano cui è ridotta la vita pubblica italiana, dove non si può muovere un passo senza imbrattarsi di fango. Eppoi la mia parte credo di averla fatta. Per tenere e difendere le mie posizioni, ho dovuto, in questi ultimi anni, fondare due giornali “contro”: contro la Sinistra, quando era la Sinistra a minacciarle: ed ora contro l'attuale parodia di Destra che le sta - cosa ancora più pericolosa - discreditando. Due battaglie, due sconfitte, di cui vado ugualmente fiero, ma che mia hanno lasciato addosso - nel morale, ed anche nel fisico - troppe cicatrici. Chiedo ai lettori di riconoscermi il diritto al congedo. Mi mancheranno, i lettori, quei lettori. Mi mancheranno terribilmente. Spero di mancare anch'io un poco a loro. 
Ma spero ancora di più che “La Voce” dei miei ragazzi non faccia rimpiangere la mia.

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