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Odessa: uno stupendo articolo di Eugenio Lorenzano.

ODESSA E NAPOLI LEGATE A FILO DOPPIO

I tragici eventi delle ultime settimane in Ucraina hanno spesso messo in evidenza la bella città di Odessa sul Mar Nero. Quarta città ucraina per numero di abitanti a maggioranza russofona ed incredibilmente internazionale per presenze storiche ed attuali di albanesi, armeni, azeri, bulgari, ebrei (sia ashkenaziti che sefarditi), georgiani, greci, italiani, polacchi, rumeni, tatari di Crimea, turchi ed ovviamente ucraini. Una città cosmopolita , multietnica con stupende cattedrali uniate, russo-ortodossa, cattolica, greco-ortodossa, luterana, evangelica-presbiteriana, le favolose sinagoghe centrale e Brodskij e la Moschea Al Salam. Eppure i legami storici, culturali, antropici tra l’Italia ed Odessa sono incredibilmente intensi ed in special modo con Napoli e l’ex Regno delle due Sicilie. Odessa fu fondata da un napoletano, seppure dal nome e cognome spagnoli: José De Ribas (1749-1800). De Ribas, nato a Napoli, figlio di un diplomatico spagnolo e di una irlandese parlava sette lingue ed a soli 16 anni entrò a far parte della Guardia Napoletana come Sottotenente; una fulminante carriera militare lo portò a rapide promozioni grazie alla sua genialità ed intraprendenza. Fu notato nel 1769 dal Conte Aleksej Grigorovic Orlov, diplomatico russo e fratello dell’amante della zarina Caterina la Grande. Il Conte Orlov lo prese a servizio come interprete ed assistente. Prese quindi parte alla guerra russo-turca nel 1772 e nel 1783 divenne il delfino del nuovo favorito della zarina Grigorij Potemkin e partecipò alla conquista della Crimea e alla costruzione della base della flotta a Sebastopoli. Nel 1789 De Ribas, ormai colonnello conquistò i villaggi ottomani di Khadijbey ed Izmail e divenne una sorta di eroe militare in vita. De Ribas era poliedrico nella sua genialità e nel 1794 propose proprio in prossimità del piccolo villaggio di Khadijbey la fondazione di un porto commerciale e militare sul Mar Nero, che non corresse il rischio di ghiacciarsi. E proprio in quel 1794 si iniziò la costruzione di case, edifici e strutture che divennero in brevissimo tempo la nuova città di Odessa. Oggi il napoletano De Ribas è ricordato con la denominazione di una delle più belle strade di Odessa, appunto chiamata Deribasovskaya; nel 1994 in occasione del duecentesimo anniversario della fondazione della città De Ribas fu glorificato con l’inaugurazione di un magnifico monumento nel centro della città. De Ribas non dimenticò le sue origini napoletane e chiamò già nella fondazione della città maestranze napoletane o meglio bi-sicule. L’intera città fu disegnata da architetti napoletani secondo i canoni classici, i primi furono i fratelli Frapolli e poi Ivano Dell’acqua, più tardi, a metà ottocento, si aggiunse il sardo Francesco Boffo, tra l’altro autore della famosa Scalinata più tardi poi chiamata Potemkin. Tutti i sudditi bi-siculi venivano chiamati napolitani ed ancora oggi sono ben presenti gli stupendi Palazzi Pesce, Rossi, Anatra a testimoniarlo. I primi meridionali emigrati ad Odessa tra la fine del XVIII e l’Inizio del XIX secolo si distinsero in svariati settori quali la sartoria, la liuteria, le calzature, le costruzioni edili, il commercio degli alimentari, panetteria, pasticceria e ristorazione. Molti dolci e specialità napoletane e meridionali conquistarono i palati degli Odessini, stranamente solo la pizza non prese mai piede sulle rive del Mar Nero. Nel 1835, a soli 41 anni dalla fondazione della città, il 15% della popolazione era italiana, o per meglio dire duo-sicula, tanto che l’italiano fu adottato come seconda lingua ufficiale con tanto di segnaletica e documenti ufficiali scritti in russo ed in italiano. Alcune parole napoletane ed italiane entrarono nel linguaggio comune di Odessa e del russo e viceversa alcune parole russe entrarono nella vulgata del dialetto napoletano. Poco più tardi il primo completo vocabolario di italiano-russo fu formulato dal Professore napoletano Domenico De Vivo. Sovente musicisti e cantanti lirici napoletani si esibirono nell’elegante Teatro dell’Opera cittadino. La ditta di marmi partenopea Menzione si trasferì ad Odessa così come altre aziende di marmi che fecero fortuna soprattutto nella costruzione di sontuose tombe nel cimitero monumentale della città. Gli architetti napoletani emigrati decisero di pavimentare una parte del centro storico della città con i basoli vesuviani, ancora oggi ben visibili in alcuni punti della città. De Ribas ed il suo entourage si servirono del genio e dell’intraprendenza culturale del Comandante, matematico, astronomo e cartografo metese Ferdinando Scarpati per tracciare scientificamente le carte nautiche del porto di Odessa e delle acque aperte ad esso circostanti. I rapporti tra Napoli ed Odessa divennero più intensi con l’istituzione di un servizio marittimo settimanale di linea che metteva in comunicazione i due porti. Spesso (a richiesta) la nave fermava al largo di Sorrento, ove alcuni passeggeri potevano imbarcare per dirigersi sul Mar Nero; ho visto da qualche parte una foto d’epoca che mostra lo scrittore russo Maksim Gorki intento a trasbordare da una barca a remi alla nave di linea. Proprio in una di queste navi di linea si imbarcò il Maestro napoletano Eduardo Di Capua, che seguendo suo padre in un’orchestra impegnata in una tournée ad Odessa, compose la musica di O’ Sole Mio, ispirato da una stupenda alba sulle sponde del Mar Nero. O’ Sole Mio, composta nell’attuale Ucraina fu la prima canzone cantata nel cosmo dall’astronauta russo Yuri Gagarin. Proprio O’ Sole Mio, la canzone più famosa al mondo, potrebbe essere un ideale ponte di pace tra Russia e Ucraina, non a caso composta nella multietnica Odessa. Ho sognato che dalla Scalinata Potemkin un coro misto russo ed ucraino diretto dal grande Maestro Eduardo Di Capua cantasse a squarciagola O’ Sole Mio… peccato fosse solo un sogno!

EUGENIO LORENZANO

Scalinata Potemkin
Vista panoramica Odessa
Via Deribasovskaia
Monumento a José de Ribas

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