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Ricevo da Massimo Martinini questa interessantissima "Pillola".

Tempo di lettura: 1 minuto e 57 secondi
Ciao Giancarlo,
oggi continuo a parlarti di "Marketing 4.0" di Kotler, e ti parlo di Netizen.

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"Per netizen si intendono le persone che, al di là dei confini geografici, si impegnano attivamente per lo sviluppo di Internet a vantaggio del mondo intero.
I netizen sono considerati i veri cittadini della democrazia, perché vogliono essere coinvolti nello sviluppo di internet.
Vedono il mondo in senso orizzontale, non verticale.
I contenuti di Internet sono creati e condivisi dalla gente e per la gente. Ma i netizen credono nella democrazia totale, più che nei governi. Credono nell'apertura e nella condivisione al di là dei confini geografici.
"
Gli utenti internet sono stimati intorno ai 3,4 miliardi di persone, ma non tutti gli utenti sono netizen.

Uno studio di Forrester li suddivide in questo modo:
  • Inattivi (53%)
  • Spettatori (33%), leggono articoli, guardano video e fruiscono dei contenuti
  • Iscritti (19%), usano social network
  • Collezionisti (15%) (sarebbe più corretto tradurli in "collettori"), che taggano pagine web e usano RSS
  • Critici (19%), commentano sui blog e pubblicano recensioni e critiche
  • Creatori (13%), persone che creano contenuti online, blog, video, articoli, ecc...

" Il loro ruolo nell'influenzare gli altri è legato al loro desiderio di essere sempre connessi e di contribuire. I netizen sono "connettori sociali". Sappiamo che ai netizen piace connettersi: parlano tra loro e si scambiano informazioni. "
Queste persone si raccolgono in piccoli gruppi dove si conoscono e si fidano l'un l'altro.  E questo li può trasformare in potenti alleati.
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" Rispetto agli utenti di Internet in generale, i netizen hanno più probabilità di diventare evangelizzatori.
Quando si appassionano a un brand e si impegnano per sostenerlo a livello emotivo, i netizen diventano paladini del brand.
A volte restano latenti, ma si attivano quand'è il momento di difendere il loro brand preferito contro bulli, troll e detrattori.
Inoltre sono anche narratori del brand e ne diffondono la conoscenza nelle proprie reti.
Raccontano storie vere dal punto di vista dei clienti, un ruolo che la pubblicità non potrebbe mai svolgere.
Avendo un profilo più alto degli altri utenti di Internet, i netizen esercitano un influenza fortissima.
 "
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Panoramica molto affascinante.

I netizen sono i migliori amplificatori del passaparola online , nelle community, e come scrive Kotler: " Il messaggio legato un brand si diffonde più rapidamente se riceve il sigillo di approvazione dei netizen ".

Direi che è tutto.

Dovresti avere abbastanza spunti per riflettere in modo autonomo e capire se queste informazioni posso tornarti utili per la tua attività :)

Spero di sì. A me hanno colpito molto!

A domani

P.s. come sempre ti lascio il link al libro:  " Marketing 4.0 " di Philip Kotler. 


www.studiostampa.com

Cos'è il Multilevel Marketing

Il MultiLevel Marketing (MLM) è un genere particolare di vendita diretta. La vendita diretta è il commercio di beni e servizi proposto direttamente al consumatore: nelle case dei potenziali clienti o in quelle dei loro amici, negli uffici, dovunque, tranne che nei negozi. Il MultiLevel Marketing fa parte di questo universo ma ha una peculiarità: mentre il "normale" venditore diretto si limita a procacciarsi compratori, il venditore di una rete multilivello procaccia clienti che possono diventare a loro volta venditori. Insomma: il venditore "normale" guadagna su ciò che riesce a vendere - più esattamente, sulla differenza tra prezzo all'ingrosso e costo al dettaglio dei prodotti che tratta. Il venditore multilevel, invece, ha una doppia remunerazione: riceve provvigioni sia sul prodotto direttamente venduto, sia sui prodotti venduti dai promotori che egli stesso ha arruolato - quindi, da tutto il ramo di venditori che ha creato nel tempo, la cosiddetta "downline". Non viene assunto dall'azienda di cui vende i prodotti e neppure ne è un rappresentante autonomo: si può definire piuttosto come una sorta di distributore/consumatore che, tramite l'esborso di una quota (grazie alla quale riceve un primo kit di vendita), acquista il diritto di commerciare i prodotti acquistati o i servizi utilizzati. La struttura cui assomiglia un sistema MLM, quindi, è quella di un albero: un organismo ramificato.
Secondo alcuni autori, il primo esempio di MLM risale al lontano 1934, quando William Casselberry e Lee Mytinger, due distributori di integratori dietetici Nutrilite (società dalla cui scissione ebbe vita nel 1959 Amway) iniziarono a vendere vitamine con il loro "programma C&M", coniato sulle iniziali dei loro cognomi.
Il  MultiLevel Marketing non è, in assoluto, "buono" o "cattivo". Ma da quando è nato ha sempre dovuto combattere con un’immagine negativa, dovuta a tre fattori.
Primo, molto spesso la vendita di prodotti conta poco rispetto al reclutamento di nuovi venditori, all’allargamento della rete; in questo caso il MLM assomiglia a una Catena di Sant’Antonio.
Secondo, quasi sempre le persone sono convinte ad aderire (e a svolgere un’attività lavorativa di vendita, che è impegnativa e non alla portata di tutti) sulla base di mirabolanti promesse di ricchezza e di successo. Ma secondo i dati delle stesse aziende, la gran parte delle persone guadagna redditi tra i 200 e i 300 euro al mese. Solo lo 0,01% giunge alla ricchezza promessa.
Terzo, il mondo del mlm utilizza tecniche di comunicazione e di coinvolgimento che spesso e volentieri assomigliano a quelle utilizzate da "sette" o movimenti religiosi-culturali: convention di massa in cui si canta e si applaude i carismatici leader delle reti, costosi corsi di formazione che si viene "invitati" a frequentare, un atteggiamento di ostilità verso chiunque abbia dubbi o critiche, l’obbligo di coinvolgere parenti e amici, "monetizzando" i rapporti personali ed affettivi.

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