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Il controllo dell’informazione è fondamentale per permettere ai potenti di turno di operare indisturbati per garantire i propri interessi. La famosa testa di cavallo non funziona praticamente più nel cosiddetto democratico occidente: per tenere sotto al tacco chi potrebbe creare dei problemi basta elargire fondi. Il denaro è il guinzaglio cui la maggior parte della stampa nazionale e internazionale deve sottostare per poter sopravvivere. Anche perché, dell’operato dell’Unione Europea si può dir bene solo se profumatamente pagati…! Buona lettura.
PRIMO PIANO
1 miliardo di euro ai media: ecco come l’Ue ha comprato l’informazione per fare propaganda
di Michele Crudelini
La libertà di stampa ha un prezzo molto alto. E ora all’interno dell’Unione europea è possibile calcolare il valore di questo prezzo: 1 miliardo di euro.
È questa infatti la cifra che l’Unione ha versato negli ultimi dieci anni nelle casse di agenzie di stampa, giornali, televisioni e radio per veicolare propaganda europeista.
Per chi ha finora avuto la presunzione di trovarsi nel migliore dei mondi possibili si tratta di fare un bagno nella realtà, così come descritta nel report “La macchina mediatica di Bruxelles” a firma del giornalista Thomas Fazi e pubblicata dal centro di ricerca ungherese Mathias Corvinus Collegium.
Il report analizza nel dettaglio la maggior parte dei programmi finanziati dalla Commissione e dal Parlamento europeo e che prevedono la distribuzione di denaro ai media con l’obiettivo di promuovere l’agenda europeista. Continua a leggere >
POLITICA
Agenda privatizzazioni: il Governo Meloni dice basta?
di Michele Crudelini
La corsa alla privatizzazione delle poche aziende rimaste in mano pubblica sembra essersi fermata.
Correva l’anno 2023 quando il Ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti annunciava il piano di vendita degli asset pubblici con l’obiettivo di raccogliere dal mercato 20 miliardi di euro circa. E nei primi due anni il Governo Meloni ha spinto parecchio sul piede dell’acceleratore.
Ora però sembra essere tutto fermo e anzi il Governo Meloni potrebbe aver compreso i vantaggi di un ruolo attivo dello Stato nei settori strategici dell’economia. Un esempio è la questione dell’ex ILVA. Continua a leggere >
CRONACA
Presidio a Montecitorio: “L’Italia finanzia il genocidio palestinese coi soldi dei contribuenti”
di Giulia Bertotto
A Roma, davanti al Parlamento, da giorni un presidio permanente anima la piazza istituzionale con una grande bandiera palestinese, chiedendo “l’interruzione del sostegno italiano alla pulizia etnica e al genocidio commessi da Israele in Palestina”. Continua a leggere >
“Finché ci sarà l’occupazione israeliana con la complicità europea e americana non ci sarà giustizia”
– Manifestanti del presidio
UNIONE EUROPEA
Soldi alle armi, tolti all’agricoltura? La proposta di Bruxelles per la Pac
di Miriam Gualandi
Bruxelles è all’opera per trovare fondi da destinare ai piani di riarmo: il 16 luglio verrà presentata la proposta del nuovo bilancio che entrerà in vigore nel 2028 e tra le proposte c’è anche una revisione radicale di alcuni fondi attuali che consentirebbero agli Stati membri di ridistribuire i soldi verso nuove priorità, come, per l’appunto, la difesa.
Tra quelli che potrebbero convergere in un fondo unico c’è anche la contestatissima Pac, cioè la Politica agricola comune, la cui semplificazione era al centro delle proteste degli agricoltori. Anche l’idea di accorpare il bilancio della PAC in un unico fondo insieme ai programmi di spesa regionali ha incontrato una forte resistenza da parte della comunità agricola.Continua a leggere >
ESTERI
L’Iran tira dritto: “Avanti col nucleare”
di Marco Paganelli
Non si placa la tensione in Medio Oriente. Israele ha dichiarato che le fazioni sostenute dall’Iran hanno scagliato due razzi dalla Siria contro le alture meridionali del Golan. I razzi sono atterrati in aree aperte fortunatamente senza causare danni o vittime.
“Il regime avversario è responsabile di ciò che accade e continuerà a sopportarne le conseguenze fino a quando proseguiranno le attività ostili dal suo territorio”, hanno affermato le Forze di Difesa di Tel Aviv in una nota. Continua a leggere >