In un fondo dal titolo “Renzi, perché non parli di evasione fiscale?”, pubblicato sul numero del 17 aprile 2014 de L’Espresso, il direttore della rivista Bruno Manfellotto, dopo essersi chiesto “perché Renzi non ha mai nominato fino a oggi quelle due magiche parole, evasione fiscale”, afferma:
Parafrasando il Berlusconi trionfante dl 1994 potremmo dire che se ogni impresa e partita IVA riducesse la sua evasione o elusione fiscale di mille euro l’anno, lo Stato incasserebbe una decina di miliardi.
A questo, dunque, siamo arrivati: a dare per scontato che tutte le imprese e tutte le partite IVA, indiscriminatamente, evadono o eludono il fisco (per inciso, viene da chiedersi se nel gruppone dei “furbi” sia compresa anche la società editrice de l’Espresso o se goda di una particolare esenzione). Il commento non può essere che di una parola: vergogna! Parafrasando lo stesso Manfellotto, si potrebbe dire che, se i giornalisti – e a fortiori i direttori di testate – cessassero di abbandonarsi ad affermazioni demagogiche e diffamatorie come questa, la carta stampata italiana comincerebbe a godere di un minimo di credibilità (ovviamente smetterò immediatamente di acquistare L’Espresso).
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