Stralcio da Zona di Frontiera (Articolo Completo)
Per i profani del diritto faccio osservare che l’imputato per Costituzione (art. 27) è assistito da una presunzione di non colpevolezza fino alla condanna definitiva, onde dopo la presunzione di non colpevolezza si converte nella presunzione contraria, cioè di colpevolezza (che però può venir meno a seguito di nuovi fatti o nuovi elementi di prova che portano ad un nuovo giudizio, il quale può mettere capo ad una sentenza di assoluzione). Perché parlo di presunzione di colpevolezza anche dopo il giudizio definitivo di condanna? I romani dicevano: res judicata pro veritate habetur, vale a dire che la sentenza si deve ritenere per vera, ancorché tale possa non essere. E’ necessità pratica che ad un certo punto l’iter processuale si arresti, sicché quella della sentenza definitiva o, come più esattamente si dice, passata in giudicato, deve ritenersi contenente una verità solo probabile, che può essere contrastata da successiva prova (la legge prevede la revisione). Anche nel campo delle scienze fisiche si ammette che la verità assoluta non esiste, potendosi avere solo una verità probabile: Karl Raimund Popper, filosofo austriaco della scienza, teorizzò il principio della “verificabilità” delle proposizioni scientifiche, nel senso che una proposizione è vera finché non venga dimostrata erronea (una prova della correttezza del principio popperiano è di questi giorni: Antonino Zichichi, che guida un gruppo internazionale di ricercatori, avrebbe scoperto, contro le acquisizioni del grande Einstein, che i c.d. neutrini viaggierebbero ad una velocità maggiore di quella della luce). E, poi, con riferimento all’operare umano, vale sempre l’antico monito, secondo il quale l’errore è insidia che si annida sovente sul proprio cammino.
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA
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