Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti?

di Vito Schepisi
Siamo rimasti al punto di partenza. Siamo su un binario morto. La Giustizia nell'Italia "democratica" stenta ad affermarsi, e si hanno seri dubbi che mai ci riesca. 
C'è una fiction in tv che, riprendendo il Caso Tortora, ripropone sempre la stessa domanda. Tortora dopo anni di persecuzione giudiziaria, già minato nel fisico dalla malattia, ritorna in tv e chiede al suo pubblico: "Dove eravamo rimasti?"
E' la stessa domanda che la gente si pone dinanzi alle sentenze della magistratura italiana, dinanzi alla Giustizia spettacolo, al carcere per gli innocenti, alle faide nelle Procure, alle condanne durissime per chi esprime opinioni, all'irresponsabilità di chi usa il potere e l'autonomia giudiziaria per fini diversi dagli atti di Giustizia, all'uso dei pentiti nelle mani di pubblici ministeri che inseguono i loro teoremi. 

Giustizia & Libertà !


Viviamo in un Paese che incarcera chi parla o scrive e libera Assassini, Stupratori, Rapinatori, Truffatori, Corruttori, Ladri, Spacciatori e delinquenti di ogni genere! Aggiungo che tranquillamente in Libertà, si incontrano: Mafiosi, Camorristi, Ndraghetosi e Affiliati alla Sacra Corona Unita oltre, ovviamente, ai soci di varie Associazioni del tipo della Triade Cinese, di Cosa Nostra e della Yakuza Giapponese.
La questione non è se poi uno, dopo la condanna, andrà o meno in galera, la questione è che non possiamo avere una legge che consente, al primo Magistrato che passa, di condannare penalmente una persona per ciò che dice o scrive; se quello che dice o scrive non risponde a verità ne dovrebbe rispondere in sede Civile con una condanna al risarcimento danni.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA