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Domani (Domenica 28 aprile) le elezioni a Castelvetrano (TP) segneranno una svolta epocale.

Domenica Castelvetrano al voto: Riva Destra e Fratelli d'Italia puntano su Davide Brillo Sindaco.

Intervento di Fabio Sabbatani Schiuma
Castelvetrano, dove nei giorni scorsi ha fatto una poco affollata passerella Nicola Zingaretti, il centrodestra ha una sola carta per vincere le comunali di domani: Davide Brillo, di Fratelli d’Italia. “Un progetto innovativo, una scommessa per il recupero, la rinascita e il rinnovamento di Castelvetrano, un progetto politicamente coerente senza compromessi e senza sfociare in consociativismi di sorta. Noi crediamo nel rinnovamento di questa terra e il nostro impegno vuole partire da Castelvetrano, puntando sulle eccellenze del nostro territorio, sul parco archeologico di Selinunte, che è il più grande d’Europa, sulla nostra storia e la sulla nostra cultura”.

Unica candidatura del centrodestra.

Con queste parole di Davide Brillo (avvocato di 32 anni), Fratelli d’Italia ha chiuso ieri in piazza la sua campagna elettorale. Con lui si sono alternati sul palco la deputata meloniana Carolina Varchi, candidata anche alle prossime elezioni europee, così come anche lo stesso Ciccio Rizzo, e Fabio Sabbatani Schiuma, nella veste di leader di Riva Destra, movimento federato a FdI, che ha dato sostegno con il suo responsabile provinciale, Nicola D’Aguanno e altri candidati alla composizione della lista.
Ad aprire gli interventi e presentare gli oratori il portavoce provinciale di FdI, l’avvocato Maurizio MiceliFratelli d’Italia ha scelto di andare da sola al voto “perché siamo l’unica forza politica di centrodestra che ha messo faccia e simbolo, dopo due anni di commissariamento per mafia e ben sette dall'ultima volta che i castelvetranesi hanno potuto votare”. 

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Intervento di Fabio Sabbatani Schiuma, nella veste di Leader di Riva Destra, Movimento federato con Fratelli d'Italia, che ha dato sostegno con il suo Responsabile Provinciale, Nicola D'Aguanno e altri candidati alla composizione della Lista.
Fonte: SECOLO d'Italia

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“Coloro che salvarono il Mondo”: l’eroismo sconosciuto dei pompieri di Cernobyl.

Roma, 26 apr – Trenta anni fa, l’incidente alla centrale nucleare di Cernobyl. Da allora, esperti e opinione pubblica di tutto il pianeta non hanno cessato di interrogarsi sui rischi e i benefici del nucleare, con fiumi di inchiostro versati pro e contro. Poco è conosciuto però in Italia e in occidente delle storie di chi, nei primi minuti e ore della catastrofe combatté per contenerla, trovandosi – letteralmente – a guardare negli occhi il nucleo scoperto dell’Uranio, e rimanendone, come nel mito di Medusa, pietrificato per l’eternità. Sono conosciuti come “Coloro che salvarono il mondo”: il personale tecnico e militare in servizio quella tremenda notte del 26 aprile 1986, presso il reattore 4 della centrale nucleare di Cernobyl, e i “Liquidatori”, le decine di migliaia di uomini e donne che negli anni successivi cercarono di bonificare la zona intorno alla centrale e alla vicina città di Prypjat, ancora oggi una città fantasma.
La maggior parte del personale della centrale morì nei giorni successivi all’incidente, a causa delle massicce dosi di radiazioni assorbite al momento dell’esplosione del reattore e nei tentativi di contenere i danni: con la maggior parte dei sistemi di sicurezza fuori uso, ingegneri, operatori e militari dovettero esporsi consapevolmente alle radiazioni, alcuni addirittura arrivando a contatto visivo con il nocciolo aperto del reattore nel tentativo di abbassare manualmente le barre di controllo, come fecero il caposquadra Ivanovich Valery Perevozchenko e i tecnici Kudryavtsev e Proskuryakov, e il loro capo turno Fëdorovič Aleksandr Akimov, nato nel 1953: al pannello della sala di controllo del reattore al momento dell’esplosione assieme all’ingegnere per la gestione del reattore Leonid Toptunov, ha ricevuto la dose fatale di radiazioni durante i tentativi di riavviare il flusso di acqua nel reattore, operando per diversi minuti nonostante avesse ustioni da radiazioni sul 100% del corpo, e il responsabile di reparto Grigoryevich Aleksandr Lelechenko, nato nel 1938: appena arrivato nella sala di controllo centrale al momento dell’esplosione al blocco 4, al fine di risparmiare ai suoi colleghi più giovani l’esposizione alle radiazioni si recò attraverso l’acqua e i detriti radioattivi per ben tre volte, per spegnere gli incendi agli elettrolizzatori e l’alimentazione dei generatori a idrogeno, quindi cercò di togliere la tensione di alimentazione alle pompe di acqua potabile; dopo aver ricevuto soccorso, ritornò allo stabilimento e vi lavorò per diverse altre ore prima di crollare.
Stessa abnegazione mostrò l’operatore alla turbina Hryhorovich Kostyantyn Perchuk; nella sala turbine al momento della esplosione, ha ricevuto la dose letale (più di 1.000 rad) durante la lotta contro l’incendio e la stabilizzazione della sala turbine, morendo in ospedale a Mosca il mese seguente. Insignito dell’Ordine “Per il coraggio”, fu irradiato assieme all’ispettore delle turbine e macchinista Vasylyovych Oleksandr Novyk e all’operatore Vyacheslav (Slava) Stefanovych Brazhnik, tutti deceduti, da un residuo di combustibile depositatosi su un trasformatore nei pressi del turbogeneratore nel corso dell’apertura manuale della valvola di emergenza di scarico dell’olio turbina.
Mentre questi tecnici e il loro colleghi cercavano di domare il nucleo impazzito, i pompieri cercavano di domare gli incendi e di raffreddare il reattore: ustioni da radiazione stroncarono il tenente della squadra del primo equipaggio pompieri Pavlovych Vladimir Pravik, nato nel 1962, che operò sul tetto della centrale, esaminando più volte il reattore e il tetto della unità C al livello 71 per dirigere le operazioni antincendio. Dopo aver ricevuto la dose fatale durante il tentativo di spegnere il tetto e il nocciolo del reattore, morì due settimane dopo all’Ospedale 6 di Mosca, con gli suoi occhi trasformati dal marrone al blu per l’intensità delle radiazioni. Fu insignito del titolo di “Eroe dell’Unione Sovietica” nel 1987. Tra i suoi pompieri caduti, ricordiamo il sottotenente Viktor Mykolayovych Kibenok, caposquadra della seconda unità, impegnato nella lotta contro gli incendi nel locale reattore, nella sala separatore, e nella sala centrale, insignito postumo “Eroe dell’Unione Sovietica”, e i pompieri Ivanovych Volodymyr Tishchura, deceduto per ustioni da radiazione dopo aver lottato contro gli incendi nel reparto del reattore, nella camera di separazione, e nella sala centrale, e Nikolai Ivanovych Titenok, morto due settimane più tardi in un ospedale a Mosca per ustioni da radiazioni alla pelle e agli organi interni, incluse delle vesciche al cuore: ricevette la dose fatale durante il tentativo di spegnere le fiamme sulla copertura e il nocciolo del reattore.
In questa sequenza di eroismo e tragedie, non manca quella nota di tragicommedia tipicamente russa: infatti, un eroe involontario si dimostrò il sessantenne capo dei vigili del fuoco centrale Leonid Petrovich Telyatnikov: arrivò sulla scena ubriaco di vodka richiamato da una festa di compleanno per il fratello ma si prodigò tanto nei soccorsi da essere insignito dell’ordine “Eroe dell’Unione Sovietica”, e sopravvisse pure alle radiazioni, morendo nel 2004. Oltre a quelli ricordati sopra, un’altra ventina di lavoratori e pompieri furono irradiati direttamente durante l’incidente e morirono nel mese successivo per le radiazioni e ustioni riportate, spesso seppelliti in bare di piombo. Sono quasi tutti sepolti in un cimitero a Mitino alla periferia di Mosca, presso un monumento; i loro volti sono incisi sulle rispettive semplici tombe: i volti di “Coloro che salvarono il mondo”.
Andrea Lombardi 

Privacy: Aggiornamenti e Novità.

Alessandro Acquisti in Italia per il Privacy Day Forum

Alessandro Acquisti verrà in Italia per partecipare come speaker d'eccezione al Privacy Day Forum di quest'anno, dove presenterà i suoi ultimi studi su economia dei dati e pubblicità online.

Hotel e prenotazioni online, due siti su tre presentano falle nel trattamento dei dati personali

Uno studio condotto da Symantec su oltre 1.500 hotel ha rilevato che il 67% dei loro siti internet per le prenotazioni ha involontariamente perso i dati personali degli ospiti. Gli hotel coinvolti nello studio si trovano distribuiti in 54 paesi tra cui gli Stati Uniti, il Canada e molte nazioni dell’Unione europea, quest’ultime tenute a rispettare norme dettate dal Gdpr. L’indagine ha analizzato 45 siti web che gestiscono attivamente le prenotazioni di più di 1.500 hotel.

Privacy, se un tribunale condanna il Garante ciò che prevale è l'incertezza del diritto

La P.A. deve essere una casa di vetro, non certo per esporre il cittadino nudo, ma per garantire il controllo sul potere. Il bilanciamento tra riservatezza individuale e trasparenza dell’esercizio della amministrazione pubblica è un’operazione di per sé precaria, ma non si devono sacrificare oltre misura i diritti dei singoli. Il problema è che il sistema del bilanciamento diffuso sta originando risposte “caso per caso” senza additare orientamenti consolidati.

Giovanni Buttarelli, elezioni europee a rischio fake news

Da tempo ormai il tema delle fake news e dell’influenza dei social network sui più importanti processi della democrazia occidentale, in primo luogo elezioni e referendum, è diventato centrale nel dibattito europeo. E per contrastare questo fenomeno e proteggere il diritto alla privacy dei dati si è fatto molto in Europa negli ultimi anni. Tuttavia non bisogna abbassare la guardia.

Intelligenza artificiale e pubblica amministrazione, l'ultima parola spetta ai giudici in carne e ossa

Intelligenza artificiale sotto controllo. L'intelligenza umana conserva la supremazia sui robot e le decisioni delle macchine sono contestabili davanti a un giudice umano. Lo dice il Consiglio di Stato, che, occupandosi di algoritmi e procedimento amministrativo (sentenza 2270 del'8 aprile 2019) fissa i paletti a difesa dei diritti individuali quando il decisore è un elaboratore programmato.

RobbinHood, il ransomware che "rispetta" la privacy delle vittime

Il mondo del ransomware è vario e articolato. Benché tutti gli esemplari di questo tipo di malware abbiamo il principale scopo è di farsi pagare un riscatto in cambio dei file sequestrati, alcuni sono più riguardosi nei confronti delle vittime.

Maxi multa ad un sito per neo mamme che condivideva i dati con le agenzie di marketing

Se siete in dolce attesa o siete diventati da poco genitori e vi piace cercare consigli e supporto su internet, tutte le vostre informazioni sensibili, ed anche quelle dei vostri bebè potrebbero essere sfruttate e cedute alle agenzie di marketing a vostra insaputa.

Alexa, un team Amazon ascolta quello che dicono gli utenti

Amazon ascolta i comandi che gli utenti danno ad Alexa allo scopo di migliorare il servizio vocale e rendere la voce umana più comprensibile ai dispositivi sempre più sofisticati prodotti dal colosso fondato da Jeff Bezos. Un'inchiesta dell'agenzia Bloomberg svela come sia stato messo in piedi un vero e proprio team di analisti sparsi in tutto il mondo, dagli Usa all'Europa, dall'India al Sudamerica. Un esercito di migliaia di persone assunte proprio per registrare, trascrivere, annotare gli ordini inviati ad Alexa, per poi rinviarli al software di riconoscimento vocale.

Ponemon Institute: il 73% delle aziende ha un Privacy Officer

Tre aziende su quattro hanno un Privacy Officer nel loro organico. E' quanto emerso dalla quarta edizione del “Cyber Resilient Organization”, lo studio annuale sulla resilienza informatica condotto dal Ponemon Institute che ha lo scopo di evidenziare la capacità di un'azienda di mantenere il proprio scopo primario e la propria integrità di fronte agli attacchi informatici.

Eventi & formazione, l'agenda dei professionisti della privacy per il 2019

Tutte le attività formative e divulgative promosse da Federprivacy per quest'anno: al CNR di Pisa l'8° Privacy Day Forum. Tra le novità, il video corso online gratuito "Caffè Privacy" e il Corso per Esperto Privacy di 32 ore ripartite tra aula ed e-learning valido per la certificazione TÜV di Privacy Officer. Solo in versione "Executive" con classi a numero chiuso il Master Privacy Officer. A settembre il Corso di formazione manageriale per Data Protection Officer al CNR di Pisa. Patrocinato il Corso di Data Governance dell'Università degli Studi di Milano con 48 crediti per i Privacy Officer certificati, scadenza bando il 5 aprile


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