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mercoledì 12 giugno 2019

Perché la Mappa delle Tribù dei Nativi Americani non si trova sui libri di Storia?

Lo sterminio delle popolazioni native fu sistematico, e sistematicamente fu perpetrato per accaparrarsi il maggior numero di risorse e ricchezze del continente. 
La considerazione da parte della storia, quella diffusa mediante i libri scolastici ma anche nella cultura popolare occidentale, non vede il Nord-America come una zona che fu invasa da popoli conquistatori, ma viene considerata come una “scoperta”, come se prima dell’uomo bianco il continente non esistesse, o non esistesse nulla che oggi valga la pena di essere ricordato. 
La ricerca storica può ridare un nome e un volto a quelle popolazioni che, per millenni, furono protagoniste della storia americana. 
***
La storiografia mondiale, con una visione prettamente occidentale, ha evitato a lungo parole come “genocidio“, “sterminio” e simili, e ancor oggi, in particolar modo nelle scuole statunitensi, non si studiano le popolazioni native come parte fondante della storia del continente. Soltanto durante la metà del XX secolo si iniziarono a percepire le dimensioni di ciò che era accaduto, principalmente grazie a libri come “Seppellite il mio cuore a Wounded Knee” o simili, capaci di sensibilizzare le persone riguardo una storia (per allora) quasi sconosciuta.

Fonte: Vanilla Magazine

www.studiostampa.com

lunedì 18 luglio 2016

Giornale d'Italia: Fascismo, Opere Immortali.

Breve panoramica di un'epoca che deve essere 

raccontata in tutta la sua interezza.

Fascismo, opere immortali
Dalle bonifiche  alle strade, dalle Città di Fondazione ai Parchi naturalistici, storia di una Rivoluzione che ha cambiato l'Italia e non solo.
Parliamo spesso (praticamente ogni giorno) di Fascismo e di Mussolini, su queste colonne. Siamo l'unica testata che lo fa quotidianamente. Non lo dico per sottolineare la cosa e farcene un vanto, piuttosto per mettere in evidenza come sia molto strano che non lo facciano anche altri. Qualcuno mi chiede: "Ma come fai ad avere sempre argomenti, ogni giorno? E non ti stanchi mai?". Rispondo: gli argomenti sono facili da trovare, il Fascismo fece così tante cose che non basterebbe l'intero Giornale d'Italia per raccontarle e Mussolini è un personaggio talmente straordinario che si potrebbe scrivere di lui in eterno. Quanto alla seconda domanda: no, non mi stanco mai. Anzi. E questo dipende dal fatto che sono consapevole dell'importanza di questo pezzo della nostra storia, così come sono consapevole del fatto che è state sempre bistrattato. Ingiustamente. Potrei tirare fuori un milione di argomenti (forse di più), qui, adesso. Pescare in un mare così popoloso è facile, scegliere è difficile solo perché si potrebbero scrivere così tante cose che nemmeno il web potrebbe contenerle tutte. Esempio: se volessimo parlare delle Città di Fondazione (cosa che abbiamo fatto spesso) potremmo non smettere mai. Qualche pillola: sapete in quanto tempo è stata costruita Littoria? Si è iniziato a crearla dal nulla nel giugno del '32, è stata inaugurata il 18 dicembre 1933. Sapete quanto ha impiegato il Fascismo di Mussolini per creare Sabaudia? Iniziati i lavori nell'agosto del '33, inaugurata il 15 aprile del '34. Sapete, ancora, quanto tempo ci è voluto per realizzare Pontinia? Inizio lavori 1934, inaugurazione dicembre 1935. Aprilia? 1936 l'inizio 18 novembre 1937 l'inaugurazione. Pomezia? Inizio 1938, inaugurazione 29 novembre 1939.
Sapete quanto tempo ci ha messo la democrazia per costruire la metro B a Roma? Ok, lasciamo stare...
Dimenticavo, tra il 1934 e il 1937 si trovò anche il tempo per creare, nella stessa zona (prima palude con zanzare, malaria, annessi e connessi) il Parco Nazionale del Circeo (3.200 ettari) e già - a proposito di parchi - erano stati creati quelli dello Stelvio, nel '35; del Gran Paradiso, nel '22;  e dell'Abruzzo, nel '23; si era fondata Guidonia, si erano fatte una serie infinita di riforme sociali e popolari, migliaia di meravigliose opere d'arte, eccetera eccetera eccetera. Dal 1930 al 1938 si passa da due milioni di ettari bonificati a oltre cinque milioni. Cinque milioni di ettari bonificati nei primi sedici anni del Regime Fascista. Sapete quanti ne erano stati bonificati nell'intera storia dell'Italia unita? Poco più di un milione, in sessant'anni. Cinque milioni in sedici anni di vituperato regime. Ah, e c'era stata la crisi del '29... e fino al 1918 c'era stata la Grande Guerra.
Quando gli antifascisti (pochi, in verità) sbraitano contro le presentazioni del libro che ho scritto con Edda, probabilmente è per questa ragione. Perché, cioè, non avrebbero argomenti di discussione qualora ci incontrassero direttamente, invece di mandarci a dire le cose tramite la stampa (e comunque grazie, più parlate e maggiore pubblicità ci fate).
I trasporti? Altro tema estremamente interessante: la costituzione dell'AASS (Azienda Autonoma Strade Statali) è del 1928 (guarda un po'). Il primo codice stradale è del 1930 (si, davvero). In dieci anni, tra il '25 e il '35, vengono costruite: l'autostrada Milano-Laghi, l'autostrada Milano-Bergamo, la Roma-Ostia, la Napoli-Pompei, la Bergamo-Brescia, la Milano-Torino, la Firenze Mare, la Padova-Mestre, la Genova-Serravalle. Cinquecento chilometri di strade. Si, nonostante la crisi del '29 e il periodo postbellico. Cosa è successo, di recente, sul Lungarno, a Firenze? D'accordo, lasciamo stare...
Duemila nuovi chilometri di rete ferroviaria vengono realizzati nel Ventennio. In tre anni, dal '23 al '26, vengono ampliati e modernizzati i Porti di Livorno, Genova, Napoli, Marghera, Civitavecchia, Ravenna.
Lo IACP, Istituto Autonomo per le Case Popolari, nasce nel 1924, e nel 1938 un Testo Unico riordina le precedenti leggi. Nulla a che vedere, direi, con i palazzinari tangentari della democrazia. Le case popolari costruite durante il Fascismo sono ancora lì, belle, solide. Quelle successive fanno la muffa dopo due mesi dalla consegna.
Non è tutto qui, naturalmente. Anzi, questa insufficiente panoramica è solo una spruzzata di informazioni, che non mancheremo - come facciamo ogni giorno - di integrare e di raccontare ai nostri lettori.

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lunedì 7 dicembre 2015

Il canone del Nuovo Testamento.

Sicurezza che nei testi sia contenuto il pensiero di Gesù .
1. La formazione del canone.
La situazione, nella prima metà del II sec., era la seguente:
a)    circolavano nelle comunità:
-      scritti originali risalenti direttamente o indirettamente agli apostoli,
-      copie di tali scritti,
-      scritti falsamente attribuiti agli apostoli,
-      scritti che non risalivano agli apostoli, ma che godevano quasi della stessa autorità;
b)   erano scomparsi o quasi scomparsi i testimoni attendibili, capaci di risolvere le controversie di attribuzione dei testi;
c)   stava prendendo vigore il movimento filosofico-teologico dello gnosticismo.
Il termine "gnosi" proviene dal greco e significa conoscenza. Secondo gli gnostici solo la conoscenza può condurre alla salvezza.

QUI PER APPROFONDIRE !

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domenica 8 marzo 2015

Giuseppe Garibaldi


Beh ... Si Può non Essere d'Accordo con l'Unità d'Italia 
(anch'io avrei Preferito Una Confederazione Italiana composta da tre Stati) ma dare del ladro a Giuseppe Garibaldi mi sembra eccessivo. Ricordo che al Termine di tutto, il Re mise a disposizione del Comandante una lauta Pensione con dimora principesca e Garibaldi disse Semplicemente: "Maestà fumate buoni e rari sigari, ne prenderei volentieri uno" e se ne andò a Caprera senza accettare nulla. Questo vorrei che i giovani imparassero mentre indossano le magliette con la faccia di Che Guevara sepolto all'Avana senza le mani. 
Debbo spiegare mafiosamente cosa significhi? 
Pubblicazione di Energia Plurale .

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venerdì 13 giugno 2014

Bicentenario dell'Arma dei Carabinieri - Carosello storico del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo.

Per concludere degnamente la Festa per il Bicentenario dell'Arma
dei Carabinieri che si è svolta in Piazza di Siena - nel Parco di Villa
Borghese - a Roma il 5 giugno 2014, il 4° Reggimento Carabinieri a
cavallo ha offerto dinanzi alle massime autorità civili, militari e
religiose della Repubblica Italiana, ai numerosi ospiti stranieri e alle
migliaia di cittadini accorsi appositamente per assistervi...il
Carosello storico. Protagonisti assoluti i cavalieri del I Squadrone -
composto da cavalli di colore - e del II Squadrone - composto da
cavalli "grigi"- che costituiscono il Gruppo Squadroni "Pastrengo",
condotto dal Tenente Colonnello Gaspare Giardelli, del 4°
Reggimento Carabinieri a cavallo, comandato dal Colonnello Gianni Massimo Cuneo. Indispensabile per il perfetto svolgimento delle evoluzioni equestri, gli squilli di tromba, il rullio dei timpani e dei tamburi imperiali e la musica eseguiti dalla splendida Fanfara a
cavallo dell'Arma dei Carabinieri, condotta dal M.A.s.U.P.S. Fabio
Tassinari. Come in altre occasioni essa è stata affiancata dai
colleghi musicisti della Fanfara della Legione Allievi Carabinieri di
Roma che, diretta dal Mar. Cap. Danilo Di Silvestro, suonavano in
piedi ai bordi dell'arena. A rendere piu' suggestiva la finale
rievocazione della Carica di Pastrengo, la voce di Andrea Bocelli
che cantava "Nessun dorma", la meravigliosa aria tratta dall'opera
Turandot di Giacomo Puccini. Al termine, i saluti del Comandante
del Reggimento che si è giustamente congratulato coi suoi uomini
riferendo loro gli entusiastici complimenti rivoltigli dal Capo dello
Stato. Il Generale di Corpo d'Armata Leonardo Gallitelli,
Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, unitamente al
Ministro della Difesa sen. Roberta Pinotti e al Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano, ha voluto sottolineare la bravura e
l'amore del pubblico sempre maggiore nei confronti della Fanfara
del 4° Reggimento Carabinieri a cavallo. Infine una lunga
"passeggiata" fino alla Caserma Salvo D'Acquisto sita in viale di Tor di Quinto..per un brindisi insieme ai graditi ospiti inviati dai reparti a cavallo delle Gendarmerie di Cile, Francia, Giordania, Olanda, Portogallo, Qatar, Romania e Spagna che hanno voluto in tal modo omaggiare l'Arma dei Carabinieri in generale e il Reggimento a cavallo in particolare. 
Pubblicato il 10/giu/2014

lunedì 21 aprile 2014

martedì 11 marzo 2014

PER RIFLETTERE: STORIA ATTRIBUITA A LAO TZE

In villaggio viveva un vecchio molto povero, però perfino i Re erano gelosi di lui perché aveva un bellissimo cavallo bianco; non si era mai visto un cavallo di una simile bellezza, forza, maestosità … i Re offrivano prezzi favolosi per quel cavallo, ma l’uomo diceva a tutti: “Questo cavallo non è un animale per me, è come una persona. E come si può vendere una persona, un amico?” L’uomo era povero, la tentazione era forte, ma non volle mai vendere quel cavallo.
Un mattino scoprì che il cavallo non era più nella stalla. L’intero villaggio accorse e tutti dissero: “Vecchio sciocco! Lo sapevamo che un giorno o l’altro ti avrebbero rubato il cavallo. Sarebbe stato molto meglio venderlo. Potevi ottenere il prezzo che volevi. E adesso il cavallo non c’è più, che disgrazia!”.
Il vecchio disse: “Non correte troppo! Dite semplicemente che il cavallo non è più nella stalla. Il fatto è tutto qui: il resto è solo giudizio. Se sia una disgrazia o meno non lo so, perché questo è solo un frammento. Chissà cosa succederà in seguito". Ma la gente rideva, aveva sempre saputo che era un po’ matto.
Dopo quindici giorni, una notte, all’improvviso il cavallo ritornò. Non era stato rubato, era semplicemente fuggito, era andato nelle praterie. Ora non solo era ritornato, ma aveva portato con se una dozzina di cavalli selvaggi.
La gente di nuovo accorse e disse: “Vecchio, avevi ragione Tu! Quella non era una disgrazia. In effetti si è rivelata una fortuna”.
Il vecchio disse: “Di nuovo state correndo troppo. Dite semplicemente che il cavallo è tornato, portando con sé una dozzina di altri cavalli… chissà se è una fortuna oppure no? È solo un frammento. Fino a quando non si conosce tutta la storia, come si fa a dirlo? Voi leggete solo una parola in un’intera frase: come potete giudicare tutto il libro?”.
Questa volta la gente non poteva dire nulla, magari il vecchio aveva ragione di nuovo. Non parlavano, ma nell’intimo sapevano bene che il vecchio aveva torto: dodici bellissimi cavalli, bastava domarli e poi si potevano vendere per una bella somma.
Il vecchio aveva un unico figlio, un giovane che iniziò a domare i cavalli selvaggi. E dopo una sola settimana, cadde da cavallo e si ruppe le gambe. Di nuovo la gente accorse, dicendo: 
Hai dimostrato un’altra volta di avere ragione! Non era una fortuna, ma una disgrazia. Il tuo unico figlio ha perso l’uso delle gambe, ed era l’unico sostegno della tua vecchiaia. Ora sei più povero che mai”.
Il vecchio disse: “Sempre a dare giudizi, è un’ossessione. Non correte troppo. Dite solo che mio figlio si è rotto le gambe. 
Chissà se è una disgrazia o una fortuna?… non lo sa nessuno. È ancora un frammento, non ne sappiamo mai di più…”.
Accadde che qualche settimana dopo il paese entrò in guerra, e tutti i giovani del villaggio furono reclutati a forza. Solo il figlio del vecchio fu lasciato a casa perché era uno storpio. La gente piangeva e si lamentava, da ogni casa tutti i giovani erano stati arruolati a forza, e tutti sapevano che la maggior parte non sarebbe mai più tornata, perché era una guerra persa in partenza, i nemici erano troppo potenti.
Di nuovo, gli abitanti del villaggio andarono dal vecchio e gli dissero: “Avevi ragione, vecchio: la tua è stata una fortuna. Forse tuo figlio rimarrà uno storpio, ma almeno è ancora con te. I nostri figli se ne sono andati, per sempre. Almeno lui è ancora vivo, a poco a poco ricomincerà a camminare, magari solo zoppicando un po’…”.
Il vecchio, di nuovo, disse: “Continuate sempre a giudicare. Dite solo che i vostri figli sono stati obbligati a partire per la guerra, e mio figlio no. Chi lo sa … se è una fortuna o una disgrazia. Nessuno lo può sapere veramente. 
Solo Dio lo sa, solo la totalità lo può sapere”.
Non giudicare, altrimenti non sarai mai nel disegno complessivo del Grande Architetto. Sarai ossessionato dai frammenti, vorrai trarre delle conclusioni basandoti solo sulle tessere del mosaico, sui particolari. Una volta che hai espresso un giudizio, hai smesso di crescere. Di fatto, il viaggio non finisce mai. Un sentiero finisce e ne inizia un altro. Una porta si chiude, e un’altra se ne apre. 

www.studiostampa.com

sabato 18 gennaio 2014

MONTANELLI: Visione Lungimirante sull'Italia e gli Italiani !