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Quando il PIL italiano aumentò del 18% grazie a quello che venne definito dal The Economist un «gioco di prestigio statistico», l'Italia superò per Prodotto Interno Lordo la Gran Bretagna divenendo la quinta nazione più ricca del mondo, dopo gli Stati Uniti, il Giappone, la Germania e la Francia. Tuttavia il cosiddetto «sorpasso» venne presto annullato dall'immediata risalita del reddito pro-capite britannico e soprattutto da una sterlina forte.
Il sorpasso del 1991:
Italia quarta potenza
Il 15 maggio 1991 il ministro degli Esteri Gianni De Michelis rese noto che, secondo il rapporto messo a punto dalla società Business International (società del gruppo dell'Economist, fra i più autorevoli periodici finanziari ed economici del mondo) e inviato da De Michelis anche al presidente del Consiglio Giulio Andreotti, l'Italia era diventata la quarta potenza industriale del mondo, davanti alla Francia e alla Gran Bretagna. Secondo questo rapporto del Business International, nel'90 l'Italia era diventata la quarta nazione più industrializzata del mondo dopo Stati Uniti, Giappone e Germania. Il PIL a prezzi correnti del Bel Paese (il prodotto interno lordo, cioè la somma dei beni e servizi finali prodotti sul territorio), infatti, era arrivato a 1.268 miliardi di dollari, contro i 1.209 della Francia e i 1.087 della Gran Bretagna. La stima venne poi corretta al ribasso per via del forte disavanzo dei conti pubblici italiani, e il PIL italiano subì un contro-sorpasso da parte sia della Francia e sia del Regno Unito durante gli anni novanta, durante i quali vi fu una stagnazione dell'economia italiana che crebbe in media solo dell'1,23% annuo contro la media europea del 2,28%.
Una storia dalle radice antichissime quella della sartoria ecclesiastica. La bottega, inserita
nel 2000 nell'elenco dei Negozi Storici di Roma, è stata fondata nel 1798.
Redazione. 14 luglio 2016 16:03. Condivisioni ...
Se ne è andato l'ultimo sarto del Papa. È morto martedì 12 luglio Annibale Gammarelli,
contitolare della storica sartoria di abiti ecclesiastici in via di Santa Chiara, a due passi dal Pantheon, che realizza, tra le altre, le vesti dei Pontefici. Il ...
CITTA' DEL VATICANO Ha cucito e tagliato gli abiti bianchi per Montini, Ratzinger, Wojtyla e anche per Francesco. Ha imbastito le tonache rosse dei cardinali della curia degli ultimi quarant'anni, attaccando a mano migliaia di bottoni rossi. Scompare a ...
Se ne va il custode di una lunga tradizione, il depositario di una sapienza artigianale che,
oltre a realizzare le vesti di migliaia di prelati, dai semplici sacerdoti fino a tutti gli ultimi Papi,
ha tramandato da una generazione all'altra i segreti ...
Se ne va un vero custode della tradizione pontificia, il depositario di una sapienza artigianale che
- oltre a realizzare le vesti di migliaia di prelati, dai semplici sacerdoti fino a tutti gli ultimi Papi
- ha tramandato da una generazione all'altra ...
Annibale Gammarelli è stato anche “mazziere di Sua Santità”. Apparteneva alla quinta generazione della
storica bottega fondata nel 1798, tra le più antiche di Roma ad essere ancora gestite da discendenti diretti
del fondatore. Il negozio di via di ...
Si è spento Annibale Gammarelli, titolare della Sartoria Gammarelli, che dal 1798,
di generazione in generazione, continua a confezionare gli abiti per Papi ed alte cariche ecclesiastiche.
Roma Ultime Notizie. 13 luglio 2016 17:40. di Valerio Renzi. È ...
Federica Raccagni ha deciso di realizzare un video per denunciare la disparità di trattamento tra le vittime italiane e le vittime straniere: "Bene la solidarietà ad Emmanuel, ma io non ho ricevuto attenzioni".
Sono rimasto allibito e scioccato, dopo un primo momento di ottimismo, avendolo visto schierato e armato contro Matteo Renzi, sono stato sopraffatto da tutto ciò che ha detto, circa il suo modo di intendere la Giustizia. Ci troviamo di fronte a qualcuno che si ritiene eletto da Dio a difendere, a spada tratta, i suoi colleghi magistrati, nessun dubbio sulla bontà dell’azione giudiziaria, nessun dubbio sul metodo, tutto Italiano, di non aggredire un reato certo ma, piuttosto, utilizzare il sistema della pesca a strascico, nella speranza, spiando tutti, di trovare qualche colpevole. Con Davigo, addio privacy, addio libertà personale, addio certezza del diritto, per questi illuminati da Dio, che nel nome del loro malsano senso della giustizia, esclusi loro, tutti gli altri sono colpevoli. Rischiamo di finire nelle mani di una nuova, moderna, innovativa ma non meno oscurantista e atroce, sacra inquisizione. Addio culla del diritto e culla della giustizia, stasera mi ha invaso la certezza che l’Italia è in mano ad una dittatura giudiziaria, spero che Renzi cada, che vada a casa, che restituisca all’Italia il diritto democratico di andare al voto ma spero, anche, che prima riesca a riformare la giustizia, deve farlo, ci deve riuscire. Ci può salvare dalla dittatura di questi magistrati che si credono i nuovi Dei, solo una grande riforma della giustizia che istituisca la responsabilità civile e penale dei giudici e la possibilità che, quando distruggono ingiustamente vite umane, rispondano penalmente dei loro deliri di onnipotenza. di Giorgio Terzo Catalano.
A seguire, dopo l'intervista a questo signore che ha tutta la nostra solidarietà, prego notare le facce da cretinetti dei ragazzi dietro l'On.Civati.
Gli hanno rubato il futuro, non troveranno lavoro, non avranno la pensione, probabilmente non avranno l'assistenza sanitaria e loro, invece di protestare e lottare per il proprio domani, ridacchiano tutti contenti di apparire in TV. Beh... non dovrei dirlo ma se questa è la nostra gioventù, il prossimo futuro dell'Italia sarà tragico, l'unica magra consolazione è che questi intelligenti fanciulli MORIRANNO DI FAME !
Fortunatamente ne ho visti e conosciuti di ragazzi con la voglia di fare, con la curiosità di vivere e con l'amore per la propria terra.
FINALMENTE LA VERITA’……….” la facciata dell’Europa è una facciata che vale soltanto per chi non ha il coraggio di guardare la realtà”IL GIURISTA DEL CONSIGLIO DI STATO: “STANNO LIQUIDANDO LE DEMOCRAZIE”.A pronunciare le seguenti parole è un giurista presidente della Sesta Sezione Giurisdizionale del Consiglio di Stato, Luciano Barra Caracciolo, già consulente ministeriale e vice segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Posted by Come i treni a vapore on Mercoledì 16 settembre 2015
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“Io non vado a rizzare tende alla Mecca. Io non vado a cantar Paternostri e Avemarie dinanzi alla tomba di Maometto. Io non vado a fare pipì sui marmi delle loro moschee, non vado a fare la cacca ai piedi dei loro minareti. Quando mi trovo nei loro paesi (cosa dalla quale non traggo mai diletto) non dimentico mai d’essere un’ospite e una straniera. Sto attenta a non offenderli con abiti o gesti o comportamenti che per noi sono normali e per loro inammissibili. Li tratto con doveroso rispetto, doverosa cortesia, mi scuso se per sbadatezza o ignoranza infrango qualche loro regola o superstizione. (…) noi italiani non siamo nelle condizioni degli americani: mosaico di gruppi etnici e religiosi, guazzabuglio di mille culture, nel medesimo tempo aperti ad ogni invasione e capaci di respingerla. Sto dicendoti che, proprio perché è definita da molti secoli e molto precisa, la nostra identità culturale non può sopportare un’ ondata migratoria composta da persone che in un modo o nell'altro vogliono cambiare il nostro sistema di vita. I nostri valori. Sto dicendoti che da noi non c’ è posto per i muezzin, per i minareti, per i falsi astemi, per il loro fottuto Medioevo, per il loro fottuto chador. E se ci fosse, non glielo darei. Perché equivarrebbe a buttar via Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello, il Rinascimento, il Risorgimento, la libertà che ci siamo bene o male conquistati, la nostra Patria. Significherebbe regalargli l’Italia. E io l’Italia non gliela regalo.” da “La rabbia e l’orgoglio” di Oriana Fallaci.