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Situazione e Criminali di Hamas a Gaza

Il giornalista del Tg1 Giovanni Battista Brunori, in Medio Oriente dal 2023, racconta con pluralismo e rigore la guerra a Gaza dal 7 ottobre.

Due giorni fa ha realizzato un reportage per la Rai sugli aiuti umanitari bloccati, documentando l'accesso a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom con l’IDF, unica via oggi percorribile.

Nel filmato si vedono tonnellate di cibo in scatola, olio, farina e zucchero marcire da settimane sotto il sole. Gli aiuti hanno superato la frontiera israeliana, ma restano fermi: nessuno li distribuisce.

Il servizio riporta anche la versione dell’esercito israeliano, secondo cui l’ONU avrebbe sospeso la collaborazione per motivi politici, in disaccordo con il nuovo sistema gestito da una fondazione americana.

Durata? Due minuti e mezzo.

Formato da Telegiornale.

Il contenuto? Verificato, completo, pluralista.

La reazione?

Un’ondata di attacchi:

 - Un consigliere Rai lo ha definito “megafono della propaganda israeliana”.

 - Il Movimento 5 Stelle ha annunciato un’interrogazione in Vigilanza Rai, parlando di “disinformazione” e “complicità con un criminale di guerra”.

Solo poche voci della maggioranza di centrodestra hanno deciso di difendere Brunori, sottolineando il valore del suo lavoro e il rispetto dovuto a chi ogni giorno rischia la vita in un Paese in guerra.

Il servizio pubblico ha il dovere di offrire tutti gli elementi per permettere di formare la propria opinione, soprattutto in un contesto segnato dalla propaganda come la guerra a Gaza.

Quando racconti i fatti con equilibrio, la propaganda si agita.

Quando mostri la realtà e dai voce a tutti, ti accusano di fare propaganda.

Lo scandalo non è il reportage, ma la pretesa di un’informazione a senso unico.

Difendere la libertà di stampa significa difendere giornalisti come Brunori: seri, onesti, e in prima linea ogni giorno.

Vedi il reportage di Brunori a questo link: 

 https://youtu.be/mgayVePW2fM?si=sVwMpQzKTVW013nR 

www.studioservice.com

Il Punto della Settimana

Il Punto della Settimana.

LA RASSEGNA SETTIMANALE

12 Luglio, 2025

L’intoccabile von der Leyen si salva ancora: mentre il Parlamento europeo discuteva la mozione di sfiducia, la serafica Ursula faceva la sua passerella a Roma, ospite alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina. Finito il business dei vaccini, ora la presidente della Commissione Ue ha le mani in pasta in quello altrettanto redditizio delle armi da guerra. Si parla di affari, ma non di pace, che non conviene ai signori della guerra. E intanto che le bombe esplodono in giro per il mondo, nelle nostre città congestionate e sovrappopolate esplodono infrastrutture che erano già state segnalate. “State tranquilli”, dicevano. Buona lettura.

 

PRIMO PIANO

Pfizergate e altri dissidi: von der Leyen si salva per questa volta

di Gabriella De Rosa

Si è conclusa con un nulla di fatto la mozione di sfiducia a Ursula von der Leyen.

Come si prospettava, la mozione non è stata approvata, respinta con 360 voti contro e solo 175 voti a favore, 18 gli astenuti.

In ogni caso però rappresenta una fiducia traballante da parte dei partiti che hanno espresso il loro disappunto nei confronti di Ursula von der Leyen.


Anche se non è stato questo il momento del crollo decisivo della presidente tedesca, è un chiaro segnale che a livello politico qualcosa si è rotto in Europa. Continua a leggere >

Sullo stesso argomento

Gli scenari futuri dell’Ue e dell’Italia Byoblu Origini

 

POLITICA

Caso Almasri: Nordio sapeva. Le opposizioni chiedono le dimissioni

di Gabriella De Rosa

Nordio sapeva. Si è conclusa l’indagine del Tribunale dei ministri sulla mancata consegna del generale Almasri alla Corte penale internazionale da parte delle istituzioni italiane. Alla luce di quanto emerge dagli atti, le opposizioni chiedono le dimissioni del ministro della Giustizia. Riuniti in Senato i capigruppo di Pd, M5s, +Europa e Avs si sono scagliati contro Nordio per i fatti relativi allo scorso gennaio ed esigono un’informativa.


Secondo la ricostruzione del Tribunale dei Ministri, riportata dal Corriere della Sera, il guardasigilli sarebbe stato avvisato della detenzione di Almasri nell’immediato istante successivo all’arresto, smentendo la tesi sostenuta finora dal ministro. Continua a leggere >

 

CRONACA

Esplosione a Roma, un dramma all’italiana: “Ci avevano detto di stare tranquilli”

di Miriam Gualandi

Sono arrabbiati gli abitanti del quartiere Prenestino Labicano, quello che tocca il grande parco di Villa De Sanctis e che è stato vittima dell’esplosione di un distributore di Gpl la mattina dello scorso 4 luglio. Le cause sono ancora da chiarire e al vaglio della Procura ci sono anche le telecamere di videosorveglianza.


Si ipotizza un errore umano durante le fasi di scarico del gas. Intanto non ce l’ha fatta uno dei due feriti più gravi: si tratta di Claudio Ercoli, impegnato nei controlli sulla cisterna al momento della deflagrazione, che aveva riportato ustioni sul 55% del corpo. Continua a leggere >

Sullo stesso argomento

Esplosione a Roma, paura tra i residenti M. Gualandi

 

AFFARI DI GUERRA

Tutti a Roma per il grande business della ricostruzione in Ucraina

di Miriam Gualandi

C’è un gran viavai di colletti bianchi nella Capitale: giovedì 10 e venerdì 11 luglio si tiene infatti la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina presso l’avveniristica Nuvola di Fuksas all’Eur.

Ospite d’onore Volodymir Zelensky, rigorosamente in tenuta mimetica. Presenti anche Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Merz e il premier polacco Tusk più oltre 70 nazioni e oltre 40 organizzazioni internazionali pronte ad accaparrarsi un pezzetto del grande business che sarà la ricostruzione dell’Ucraina.


Si parla di ricostruzione, ma non più di pace: le trattative sono apparentemente in stallo, i combattimenti si intensificano e persino Donald Trump sembra sempre più pronto a disimpegnare gli Stati Uniti da una guerra che il presidente non ha mai sentito propria. Continua a leggere >

 

ESTERI

Il piano israeliano per deportare i gazawi: Rafah sarà “città umanitaria”

di Gabriella De Rosa

Alla Casa Bianca c’è stato l’atteso incontro tra Trump e Netanyahu. I due hanno discusso ampiamente dell’accordo sul cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Il primo ministro israeliano ha anche colto l’occasione per annunciare la sua candidatura del presidente statunitense al Nobel per la pace, elogiando Trump per i suoi sforzi per “forgiare la pace in una regione dopo l’altra”.


Intanto, tra gli argomenti sul tavolo c’è anche il futuro della popolazione palestinese e i progetti in atto.  Continua a leggere >

Sullo stesso argomento

Il piano per svuotare Gaza di Usa, Uk e Israele M. Gualandi

 

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