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martedì 9 ottobre 2012

Far funzionare la giustizia. Ecco come.

  • La giustizia è un servizio fondamentale che lo Stato rende al cittadino. Una giustizia inefficiente costituisce un fattore di disgregazione per la società e ne limita la crescita economica.  
  • Una giustizia civile inefficiente, in particolare, si riflette in una riduzione degli investimenti, soprattutto dall’estero; fa sì che il mercato del credito e, più in generale, della finanza siano poco sviluppati e che vi siano asimmetrie nei tassi d’interesse tra diverse regioni del paese, a seconda della durata dei processi; comporta rigidità nel mercato del lavoro; limita la concorrenza nei settori produttivi, nei servizi, e nelle professioni; provoca una distorsione della struttura delle imprese; ingessa il mercato immobiliare; ecc.
  • Il problema fondamentale della giustizia in Italia consiste nell’eccessiva durata dei procedimenti. Secondo una classifica della Banca Mondiale, l’Italia si colloca al 156° posto, sui 181 paesi analizzati, per la durata di una normale controversia di natura commerciale. Basti dire che abbiamo dovuto adottare una legge (la c.d. Legge Pinto) per compensare gli italiani per le eccessive lungaggini dei processi, evitando così il continuo ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo e che, pochi mesi fa, abbiamo dovuto modificarla per limitare gli eccessivi risarcimenti accordati.
  • La durata dei processi comporta, a sua volta, un numero eccezionale di liti pendenti. Si vedano i dati comparativi contenuti nei Rapporti Cepej,European Commission for the Efficiency of Justice dell’Unione Europea. Peraltro, si noti che la spesa pro-capite per la giustizia in Italia non è inferiore agli altri Paesi; è semplicemente utilizzata in modo inefficiente.
  • L’elevato numero di processi pendenti è però anche determinato da una maggiore litigiosità (rispetto agli altri Paesi dell’UE), in parte dovuta all’abuso dello strumento processuale, utilizzato spesso per controversie bagatellari. Il basso costo iniziale delle spese legali per promuovere una causa e il limitato rischio di risarcire le spese legali effettivamente sostenute dalla controparte incentivano questo fenomeno. A ciò si aggiunga che gli avvocati sono stati tradizionalmente remunerati in funzione della durata del processo.
  • Far funzionare la giustizia significa quindi affrontare i temi dell’efficienza, della specializzazione dei giudici e della loro produttività.
  • Negli ultimi anni il dibattito politico (ma anche tra tecnici) ha prevalentemente toccato temi di rilievo costituzionale che avrebbero comportato una ristrutturazione della macchina della giustizia con riforme di rango costituzionale. Rimandiamo ad uno studio di quelle riforme sulle quali ci proponiamo di aprire anche un dibattito con tutti gli aderenti, senza con ciò sottostimare questi problemi (anche se riteniamo che in molti casi le riforme proposte dai governi nel passato recente sottendessero piuttosto interessi personali e non della collettività). Il nostro programma ha una prevalente attenzione ai temi economici, con l’obiettivo dichiarato di fermare il declino nel quale versa il nostro paese. Per questo, per il momento almeno, vogliamo concentrare la nostra azione su interventi concreti, di urgente attuazione e che siano in grado di rimettere in moto rapidamente la macchina della giustizia.
1.         Giustizia civile:

Efficienza:

  • Disincentivare l’abuso dello strumento processuale prevedendo una piena condanna per le spese processuali sostenute dalla controparte; in caso di mala fede, le sanzioni potrebbero essere estese agli avvocati. Gli avvocati dovrebbero essere disincentivati economicamente a promuovere cause futili o prolungare la durata dei processi.
  • Migliorare la normativa sui filtri all’appello e al ricorso in Cassazione.
  • Estendere con grande celerità il processo telematico con un sistema di incentivi per i tribunali che li adotteranno più rapidamente.
  • Generalizzare la possibilità, ancora poco utilizzata, di pronunciare la sentenza con lettura immediata del dispositivo, con concisa esposizione delle ragioni di fatto e di diritto, riducendo i tempi della stesura della sentenza.
  • Semplificare la fase di conferimento dell'incarico ai consulenti tecnici d'ufficio, che devono poi essere incentivati anche economicamente per quanto riguarda i tempi di deposito della perizia.  

Produttività:

  • Promuovere una riorganizzazione della struttura degli uffici giudiziari, da ottenersi, se necessario, anche con l’inserimento di figure manageriali scelte dagli operatori di giustizia in loco attraverso una selezione professionale, che contribuiscano a velocizzare le procedure interne agli uffici e ne riducano i costi, liberando altresì il tempo a disposizione dei magistrati.
  • Introdurre metodi di lavoro finalizzati allo smaltimento dei carichi pendenti e all’accorciamento della durata dei processi. Si vedano i risultati molto positivi ottenuti dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di Torino sotto la presidenza di Mario Barbuto che ha stilato un decalogo per lo smaltimento dell’arretrato, partendo dalle cause più vecchie a seguito di una catalogazione dei procedimenti pendenti. Ciò peraltro consentirebbe una maggiore trasparenza sull’operato dei giudici e consentirebbe una migliore valutazione della loro performance.
  • Generalizzare metodi di lavoro che riducano la quantità di procedimenti che ciascun giudice gestisce contemporaneamente, per ridurre la frammentarietà dei procedimenti. Si vedano i risultati molto positivi di sperimentazione ottenuti dalla Corte d’Appello Sezione Lavoro di Roma e dalla già citata Corte d’Appello di Torino. Si vedano anche gli studi di Decio Coviello, Andrea Ichino, e Nicola Persico che, sulla base dei risultati delle Sezioni Lavoro dei Tribunali di Torino e Napoli,  hanno illustrato come una migliore organizzazione del lavoro che eviti la proliferazione in parallelo delle cause e comporti una riassegnazione delle cause dei giudici assenti (ad esempio per gravidanza) possa portare ad un accorciamento significativo dei tempi del giudizio.
  • Dotare il giudice togato di un ufficio costituito da giovani laureati selezionati secondo criteri qualitativi, dotati di una borsa di studio, che coadiuvino il giudice. La pratica dei giovani nell’Ufficio del giudice deve essere inserita a regime nel normale meccanismo concorsuale di accesso alla magistratura e ammessa come  tirocinio abilitante agli esami per l’avvocatura. Si vedano i risultati molto positivi di sperimentazione ottenuti dal Tribunale di Milano.
  • Per generalizzare tali comportamenti virtuosi è necessario, pur garantendo la massima indipendenza della magistratura,  valorizzare la performance dei giudici anche in termini di efficienza e produttività, in termini sia di remunerazione sia di responsabilità. In particolare, nel giudicare la performance, al fine dei passaggi di carriera a posizioni direttive o che comunque comportino responsabilità di uffici, il CSM deve necessariamente avvalersi di tecnici specializzati nella valutazione delle risorse umane.   

Specializzazione:

  • Introdurre maggiore competenza (che si traduce in rapidità e equità delle sentenze) nei tribunali attraverso la creazione di sezioni e giudici specializzati, come già avviene nei tribunali maggiori; in particolare, potrebbero esser create sezioni specializzate in diritto commerciale, del lavoro, fallimentare, di famiglia, delle locazioni, e della proprietà industriale e intellettuale (queste ultime di recente sono state incorporate nelle sezioni in materia di impresa, facendo venir meno la competenza specifica). Ove opportuno, le sezioni potrebbero essere concentrate presso uno o più tribunali all’interno di una regione, con un limitato aggravio per le parti, a fronte di molteplici vantaggi.
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Molti degli interventi di rapid€a attuazione indicati per la giustizia civile, specie quelli riguardanti la produttività, sono possibili e desiderabili in forma opportunamente modificata anche per gli altri settori. Si vedano, ad esempio, i risultati molto positivi ottenuti dalla Procura di Bolzano diretta da Cuno Tarfusser che ha tagliato i costi del 70 per cento in tre anni, ottenuto la certificazione di qualità Iso 9000, e redatto annualmente il bilancio sociale. In termini più generali, coerentemente con gli interventi sopra delineati per la giustizia civile, ha proposto la distinzione degli aspetti gestionali da quelli giurisdizionali. Di seguito, sono indicate talune ulteriori proposte più specifiche.
2.         Giustizia penale
o    Prevedere ulteriori incentivi alla scelta dei riti alternativi, a fronte del rischio che in caso di condanna nel dibattimento si incorra in una pena certa e assai più severa.
o   Assicurare certezza ed effettività della pena riformando in profondità la disciplina della prescrizione e della concessione dei benefici ai carcerati.
o  Limitare la carcerazione preventiva, attraverso sistemi di controllo (es. braccialetto elettronico) già in vigore in altri paesi. 
o  Semplificare il meccanismo delle notifiche, con particolare riguardo all’ipotesi degli irreperibili, responsabilizzando l’imputato rispetto alla conoscenza e all’andamento del processo.
   Le notifiche ai difensori devono inoltre poter essere fatte con i normali mezzi telematici esistenti.
  Limitare il principio d’immediatezza, consentendo al giudice che si sostituisca in un processo pendente di utilizzare i verbali delle testimonianze assunte dal predecessore e, eventualmente, di risentire quei testimoni che reputi necessari.  
o    Utilizzare al meglio i beni confiscati alle organizzazioni mafiose, liberando altri cespiti dei comuni e utilizzando i proventi per migliorare le condizioni economiche degli uomini delle Forze dell'Ordine.

3.         Giustizia tributaria:

o    Aumentare gli strumenti per la sospensiva che oggi, a causa della lunghezza dei procedimenti, non è in grado di proteggere il contribuente dal recupero forzato delle somme.  E’ necessario prevedere che l’azione esecutiva rimanga sospesa fino a quando il giudice non si sia pronunciato sull'eventuale istanza di sospensiva, assicurando al contempo che ciò debba avvenire in tempi brevi per evitare abusi dello strumento.
   Ripensare la composizione delle commissioni tributarie per accrescerne la competenza, data la sempre maggiore complessità delle problematiche tributarie.
o    Garantire la necessaria specializzazione in materie tributarie dei giudici anche presso la Cassazione, posto che con il sistema attuale si tratta di magistrati che per definizione hanno percorso una carriera in settori affatto diversi.  
4.         Giustizia amministrativa:
  • Il giudice amministrativo può essere mantenuto come giudice speciale dell'amministrazione, ma è necessaria una regolamentazione più puntuale, severa e restrittiva, della disciplina degli incarichi extragiudiziali, a tutela della sua posizione di terzietà e a garanzia della continuità e professionalità della carriera giurisdizionale.
  • E’ opportuno introdurre rispetto al processo amministrativo delle forme di Alternative Dispute Resolution, sia nella forma dei ricorsi amministrativi preventivi sia in quelle già presenti in altri ordinamenti dell’Unione Europea, al fine di deflazionare il processo amministrativo e fornire alla pubblica amministrazione nei casi controversi una indicazione autorevole e imparziale preventiva.
  • E’ opportuno favorire la maggiore specializzazione anche del giudice amministrativo, creando sezioni specializzate, specie in materia di energia e nei vari settori del diritto pubblico dell'economia.
  • Per affrontare il problema delle inerzie e dei ritardi della pubblica amministrazione non è sufficiente utilizzare gli strumenti del silenzio assenso e delle denunce di inizio attività. Le imprese hanno bisogno di un provvedimento per avere certezza. Bisogna pertanto anche favorire percorsi alternativi che consentano di pervenire a una decisione unica e definitiva, riducendo le contrapposizioni tra i diversi enti pubblici interessati. Si potrebbe anche intervenire sulla disciplina dei reati commessi dalla pubblica amministrazione al fine di incentivare la dirigenza amministrativa ad assumersi i poteri decisionali che le competono. 
5.         Carceri:
  • Affidamento tramite appalti pubblici dei servizi di gestione degli istituti di pena con esclusione dei servizi di sorveglianza. Incentivare la costruzione di penitenziari in  concessione di lavori e project finance.
  • Introduzione di pene alternative per condannati non pericolosi. 

martedì 2 ottobre 2012

Enzo Tortora. Dove eravamo rimasti?

di Vito Schepisi
Siamo rimasti al punto di partenza. Siamo su un binario morto. La Giustizia nell'Italia "democratica" stenta ad affermarsi, e si hanno seri dubbi che mai ci riesca. 
C'è una fiction in tv che, riprendendo il Caso Tortora, ripropone sempre la stessa domanda. Tortora dopo anni di persecuzione giudiziaria, già minato nel fisico dalla malattia, ritorna in tv e chiede al suo pubblico: "Dove eravamo rimasti?"
E' la stessa domanda che la gente si pone dinanzi alle sentenze della magistratura italiana, dinanzi alla Giustizia spettacolo, al carcere per gli innocenti, alle faide nelle Procure, alle condanne durissime per chi esprime opinioni, all'irresponsabilità di chi usa il potere e l'autonomia giudiziaria per fini diversi dagli atti di Giustizia, all'uso dei pentiti nelle mani di pubblici ministeri che inseguono i loro teoremi. 

giovedì 27 settembre 2012

Giustizia & Libertà !


Viviamo in un Paese che incarcera chi parla o scrive e libera Assassini, Stupratori, Rapinatori, Truffatori, Corruttori, Ladri, Spacciatori e delinquenti di ogni genere! Aggiungo che tranquillamente in Libertà, si incontrano: Mafiosi, Camorristi, Ndraghetosi e Affiliati alla Sacra Corona Unita oltre, ovviamente, ai soci di varie Associazioni del tipo della Triade Cinese, di Cosa Nostra e della Yakuza Giapponese.
La questione non è se poi uno, dopo la condanna, andrà o meno in galera, la questione è che non possiamo avere una legge che consente, al primo Magistrato che passa, di condannare penalmente una persona per ciò che dice o scrive; se quello che dice o scrive non risponde a verità ne dovrebbe rispondere in sede Civile con una condanna al risarcimento danni.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 19 settembre 2012

Giustizia Map

La mappa della giustizia in Italia : indirizzi e numeri telefonici di uffici giudiziari, istituti penitenziari, uffici di esecuzione penale esterna, strutture minorili, archivi notarili, commissariati agli usi civici e direzioni antimafia, ricercabili anche a partire dal territorio per il quale sono competenti o in cui operano. 

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

sabato 18 agosto 2012

Firmiamo per salvare una BAMBINA !

Premesso che abbiamo appreso dagli organi di informazione la dolorosa ed inaudita storia di mamma Federica Puma e che in qualità di cittadini Italiani siamo indignati, arrabbiati, sdegnati e delusi  dall'operato di certi Giudici; che consideriamo erroneo che si faccia una nuova perizia psicologica sulla madre della minore, già valutata sana e capace di fare come si deve la genitrice da ben due consulenze di ufficio già precedentemente disposte ed effettuate; che riteniamo inammissibili e assurdi i costi inutili che continuano a gravare sulla collettività per mantenere ingiustamente, ingiustificatamente ed inspiegabilmente una bimba a soffrire e a tormentarsi ancora prigioniera dentro una Casa Famiglia; che è inaccettabile l’ingiustizia commessa nei confronti di questa piccola creatura, che ha commosso tutta l’Italia intera  per i  suoi pianti e la sua disperazione http://www.youtube.com/watch?v=ty1PdWOKo5E  (Radio IES Ouverture); che è assolutamente intollerabile che una bimba desiderosa semplicemente di stare con la sua mamma, com’è naturale che sia,  ne debba essere  forzatamente separata; che se è vero, come è vero, che la Giustizia deve essere amministrata “In Nome del Popolo”, noi Cittadini Italiani, intendiamo far sapere a chi ci rappresenta nei tribunali, che Desideriamo e Ribadiamo che la bimba venga restituita da subito e immediatamente alla sua mamma, al fine che la stessa possa continuare a crescerla ed accudirla, come ha già fatto ininterrottamente dalla nascita per 7 (sette) anni (e prima ancora nel suo grembo per nove mesi), sino a quell'infausto 14 dicembre 2011.
L’iniziativa tende a denunciare all’intera opinione pubblica non solo per il caso di mamma Federica e dello strazio di una bambina di sette anni, MA tutte le azioni poste in essere quotidianamente dall’Autorità Giudiziaria nel nostro Paese, nella erronea convinzione di agire nell’interesse dei minori mentre in realtà tali azioni provocano solo danni e sofferenze ai bambini, alle loro mamme, alle intere famiglie .
AFFINCHE’ NON SI RIPETANO PIU’ FATTI DEL GENERE
DICIAMO BASTA !!!!!!!!!!
LA STORIA: Due genitori si separano, e il giudice decide di sottrarre all’affetto e alle cure della mamma, la bambina di appena 7 anni  per collocarla in una casa famiglia. In poche parole, la bambina è costretta a pagare in prima persona il conflitto tra i genitori. Ad occuparsi del caso l'avvocato Giuseppe Lipera, difensore della mamma. Il legale ha ripercorso la vicenda di Federica Puma una donna di 30 anni di Milano, ma che da tempo vive a Roma. Lipera ha definito "abnorme" la decisione con cui i giudici del Tribunale dei Minorenni hanno stabilito il trasferimento, il 14 dicembre 2011, della bambina nella casa famiglia di Roma, "per conflittualità tra i genitori".  L'avvocato avverte: "Ogni istante che passa nella casa famiglia che io chiamo CARCERE PER BAMBINI - dice Lipera - la piccola rischia di subire danni psicologici e fisici". “I giudici - dice il legale - sono stati indotti in errore dagli assistenti sociali del Comune di Roma e abbiamo chiesto al Tribunale dei Minorenni la revoca del provvedimento".
Qui si può firmare la Petizione. GRAZIE ! http://firmiamo.it/sostieni-mamma-federica-puma-
IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

giovedì 16 agosto 2012

Soppressi 31 tribunali, salvi quelli in zone di mafia

Nuova geografia giudiziaria: ok definitivo dal CdM
Palazzo Chigi. Via libera definitivo del Consiglio dei ministri al decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Il Governo, tenuto conto dei pareri delle Commissioni giustizia di Camera e Senato nonché di quello reso dal Consiglio superiore della magistratura, ha licenziato il testo finale del provvedimento, dando così attuazione alla delega conferita con la legge per la stabilizzazione finanziaria n. 148/2011 del precedente esecutivo.

La versione definitiva del decreto prevede:

1) la soppressione di tutte le 220 sedi distaccate di tribunale, confermando così l'iniziale previsione;

2) la riduzione e l'accorpamento di 31 tribunali e di 31 procure. Rispetto allo schema di decreto approvato il 6 luglio scorso, il Governo ha deciso di mantenere i presidi giudiziari nelle aree ad alta infiltrazione di criminalità organizzata (Caltagirone e Sciacca in Sicilia; Castrovillari, cui sarà accorpato il tribunale di Rossano, Lamezia Terme e Paola in Calabria; Cassino, cui sarà accorpata la sezione distaccata di Gaeta nel Lazio) e di dotare di un ufficio di Procura anche il Tribunale di Napoli nord;

3) la soppressione di 667 uffici di giudici di pace, mantenendo - rispetto alla previsione iniziale - un giudice di prossimità in sette isole (Ischia, Capri, Lipari, Elba, La Maddalena, Procida, Pantelleria) in modo da consentire anche l'eventuale deposito di atti urgenti in casi di irraggiungibilità dalla terraferma;

4) la ridistribuzione sul territorio del personale amministrativo e dei magistrati restanti, per i quali non sono previsti nè esuberi nè messa in mobilità.

"Ho letto con grande attenzione il parere del CSM, prevalentemente incentrato su aspetti organizzativi, e delle commissioni parlamentari, analizzando tutti i profili emersi” - commenta la ministro Paola Severino. “Ho registrato posizioni tra di loro diversificate e, in piena sintonia col Consiglio dei ministri, abbiamo deciso di valorizzare quella che risulta essere invece una comune linea direttrice: il mantenimento di un forte presidio giudiziario nei territori caratterizzati da una significativa presenza della criminalità organizzata".

"Avevo più volte espresso - prosegue la guardasigilli - la mia apertura ad approfondimenti su questo punto: le audizioni parlamentari dei procuratori distrettuali, le indicazioni sia pure generali espresse dal CSM nel proprio parere, le richieste delle commissioni giustizia di camera e senato hanno segnalato la preoccupazione che la soppressione di tribunali in quelle aree potesse comportare rischi sul fronte della lotta alle mafie. Un terreno questo - sottolinea la ministro Severino - su cui il Governo non intende in alcun modo arretrare, neanche sul piano simbolico".

"Per queste ragioni, sono state espunte, dall'iniziale elenco di 37 tribunali e relative procure, le sedi in zone ad alta concentrazione di criminalità organizzata, con l'unica eccezione di Rossano il cui accorpamento a Castrovillari è giustificato dalla presenza di una criminalità mafiosa omogenea, dalla contiguità territoriale dei due circondari e dalla facilità di comunicazione tra i territori". È stata invece confermata - conclude la guardasigilli - la soppressione di tutte le sezioni distaccate, nonostante le richieste di mantenimento di alcune di esse, poiché l'esperienza sin qui fatta dimostra che si tratta di un modello organizzativo precario ed inefficiente sotto il profilo della produttività e della carenza di specializzazione con un impiego di risorse spropositato rispetto alle esigenze".

Allegati
Elenco completo relativo alle 220 sezioni distaccate abolite e alle 31 sedi di tribunale e relative procure soppresse.
Elenco delle 31 sedi di tribunale e relative procure che sono state abolite dal dlgs in attuazione della delega.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

venerdì 10 agosto 2012

ITALIA EQUA (non Equitalia)

Pagare le imposte? È un dovere. Ma uno Stato responsabile non può stroncare la vita dei suoi cittadini in un momento di recessione. Una buona amministrazione deve interpretare in prima persona le necessità del territorio non demandare a terzi. La ragionieristica non può prevalere sull’economia e sul risparmio: chiudiamo Equitalia.
La prima casa è un diritto del cittadino nonché un dovere dello Stato garantirlo. Per questo reputiamo l’Imu sulla prima abitazione un’imposta iniqua, perché va a incidere negativamente sulla stabilità. Nella tua casa ci sono i sacrifici della tua famiglia.
Da protestati a protestanti. Vogliamo un’amnistia per tutti coloro che iscritti nelle liste di cattivi pagatori (ma a volte creditori dello Stato) non riescono ad accedere al sistema creditizio. Per rilanciare l’economia, per un nuovo patto di sviluppo nazionale.
(di Aldo Atti).

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA

mercoledì 1 agosto 2012

Cos'è il Multilevel Marketing

Il MultiLevel Marketing (MLM) è un genere particolare di vendita diretta. La vendita diretta è il commercio di beni e servizi proposto direttamente al consumatore: nelle case dei potenziali clienti o in quelle dei loro amici, negli uffici, dovunque, tranne che nei negozi. Il MultiLevel Marketing fa parte di questo universo ma ha una peculiarità: mentre il "normale" venditore diretto si limita a procacciarsi compratori, il venditore di una rete multilivello procaccia clienti che possono diventare a loro volta venditori. Insomma: il venditore "normale" guadagna su ciò che riesce a vendere - più esattamente, sulla differenza tra prezzo all'ingrosso e costo al dettaglio dei prodotti che tratta. Il venditore multilevel, invece, ha una doppia remunerazione: riceve provvigioni sia sul prodotto direttamente venduto, sia sui prodotti venduti dai promotori che egli stesso ha arruolato - quindi, da tutto il ramo di venditori che ha creato nel tempo, la cosiddetta "downline". Non viene assunto dall'azienda di cui vende i prodotti e neppure ne è un rappresentante autonomo: si può definire piuttosto come una sorta di distributore/consumatore che, tramite l'esborso di una quota (grazie alla quale riceve un primo kit di vendita), acquista il diritto di commerciare i prodotti acquistati o i servizi utilizzati. La struttura cui assomiglia un sistema MLM, quindi, è quella di un albero: un organismo ramificato.
Secondo alcuni autori, il primo esempio di MLM risale al lontano 1934, quando William Casselberry e Lee Mytinger, due distributori di integratori dietetici Nutrilite (società dalla cui scissione ebbe vita nel 1959 Amway) iniziarono a vendere vitamine con il loro "programma C&M", coniato sulle iniziali dei loro cognomi.
Il  MultiLevel Marketing non è, in assoluto, "buono" o "cattivo". Ma da quando è nato ha sempre dovuto combattere con un’immagine negativa, dovuta a tre fattori.
Primo, molto spesso la vendita di prodotti conta poco rispetto al reclutamento di nuovi venditori, all’allargamento della rete; in questo caso il MLM assomiglia a una Catena di Sant’Antonio.
Secondo, quasi sempre le persone sono convinte ad aderire (e a svolgere un’attività lavorativa di vendita, che è impegnativa e non alla portata di tutti) sulla base di mirabolanti promesse di ricchezza e di successo. Ma secondo i dati delle stesse aziende, la gran parte delle persone guadagna redditi tra i 200 e i 300 euro al mese. Solo lo 0,01% giunge alla ricchezza promessa.
Terzo, il mondo del mlm utilizza tecniche di comunicazione e di coinvolgimento che spesso e volentieri assomigliano a quelle utilizzate da "sette" o movimenti religiosi-culturali: convention di massa in cui si canta e si applaude i carismatici leader delle reti, costosi corsi di formazione che si viene "invitati" a frequentare, un atteggiamento di ostilità verso chiunque abbia dubbi o critiche, l’obbligo di coinvolgere parenti e amici, "monetizzando" i rapporti personali ed affettivi.

IL VOSTRO UFFICIO STAMPA