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lunedì 5 giugno 2017

Marò, ora l’India ammette: “I proiettili non erano loro”. E spunta la truffa dei testimoni fotocopia !

La perizia: pallottole troppo grandi per essere dei fucilieri. A cui si aggiungono testimonianze fatte con “copia e incolla”.
Che il processo messo in campo dall'India nei confronti dei due fucilieri di marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, fosse al limite del ridicolo, non è una novità. Ma dalle carte che i legali indiani hanno consegnato al Tribunale internazionale per il diritto del mare di Amburgo, emergono alcuni dettagli sconcertanti.

Non solo quelle testimonianze fotocopia rilasciate da alcuni pescatori sopravvissuti il giorno in cui Valentine Jelastine e Akeesh Pink persero la vita, ma soprattutto l’allegato numero 4 che riporta l’autopsia svolta sul corpo dei due pescatori uccisi. Sembrava essersi persa nei cassetti dei tribunali indiani, e invece è rispuntata ad Amburgo. Nel documento, la prova che i proiettili che hanno colpito a morte i due indiani non sono quelli in dotazione ai marò.

Le deposizioni.
Come riporta il Quotidiano Nazionale, in un articolo a firma di Lorenzo Bianchi, le testimonianze di chi avrebbe assistito alla morte dei due pescatori si assomigliano eccessivamente. Come se nell’essere redatte fossero state scritte dalla stessa mano e opportunamente falsificate in modo da dimostrare la colpevolezza di Latorre e Girone. Dopo gli eventi del 15 febbraio 2012 al largo delle coste del Kerala, i testimoni dichiarano che gli assassini sono i “sailors”, i marinai, facendo nome e cognome dei due marò. Le testimonianze, allegate tra le carte che l’India ha depositato ad Amburgo, sono contenute nell'allegato 46.

A rilasciarele sono il comandante del peschereccio, Freddy Bosco (34 anni), e il marinaio Kenserian (47), i quali dichiaro “onestamente e con la massima integrità” che la loro imbarcazione “finì sotto il fuoco non provocato e improvviso dei marinai Massimiliano Latorre e Salvatore Girone della Enrica Lexi”.

Il primo campanello d’allarme riguarda proprio il duplice errore riportato nei verbali. Entrambi i marinai, infatti, avrebbero sbagliato a pronunciare il nome della nave difesa dai Marò, che infatti si scrive “Lexie”. Ora, la cosa più probabile è che entrambe le dichiarazioni siano state scritte dalla stessa persona con una sorta di “copia e incolla” necessario per far coincidere le due versioni.

Ma non sono solo queste le corrispondenze. Altri passaggi sembrano scritti con la carta carbone. Secondo i due testimoni, i “tiri malvagi” hanno provocato la “tragica morte dei cari amici e colleghi Valentine, alias Jalestin, e Ajesh Binke”. Anche sulle loro condizioni dopo l’evento, la versione coincide in maniera sospetta. I due pescatori avrebbero subito una “indicibile miseria e una agonia della mente, una perdita di introiti. La nostra ordalia non è finita”.

Secondo Luigi Di Stefano, perito di parte che ha seguito la vicenda di Ustica, l’India non avrebbe dovuto consegnare queste carte al Tribunale di Amburgo. Che non aveva il compito di giudicare le responsabilità dei Marò, ma solo quale fosse il Paese legittimato a tenere il processo. Un modo quindi per ribadire la colpevolezza non dimostrata di Latorre e Girone, mossa che però ha fatto calare un velo di legittima dubbiosità sulla veridicità delle testimonianze.

Il proiettile.
Non è tutto. Perché il più interessante dei documenti consegnati dai legali indiani ai giudici di Amburgo è l’autopsia che l’anatomo patologo K. S. Sasika fece sui due pescatori uccisi. Nella seconda pagina dell’allegato 4, infatti, si legge che il proiettile estratto dal cervello di Jalestine è troppo grande per essere uscito dalle armi dei fucilieri di marina. Quello misurato dal medico aveva un’ogiva di 31 millimetri, una circonferenza di 20 millimetri alla base e di 24 nella zona più larga. Le munizioni in dotazione ai Marò, invece, sono dei calibro 5 e 56 Nato. Il proiettile italiano misura solo 2,3 centimetri, quindi è evidente che quello estratto dalla testa del pescatore non possa essere stato esploso dai mitra Minimi e Beretta Ar 70/90 di Latorre e Girone.

Infine, dalle carte si evince che il Gps del Saint Antony dove hanno trovato la morte i pescatori venne fatto recapitare dal capitano dell’imbarcazione non il giorno in cui attraccò al porto, ma solo 8 giorni dopo. Conservando tutto il tempo necessario a manometterne i dati.

Fonte: Il Giornale

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lunedì 9 giugno 2014

I MARO' SONO INNOCENTI: ECCO PERCHÉ. SERVIZIO DI TONI CAPUOZZO !

Ecco i documenti sul giallo Maro'.
Messaggi, dichiarazioni, orari che non collimano. 
E un'inchiesta indiana diventata un teorema di colpevolezza. 

lunedì 2 giugno 2014

MARO' - LIBERIAMO I NOSTRI INNOCENTI RAGAZZI !




giovedì 13 marzo 2014

«Perché l’Italia si inchina a Lula amico del terrorista assassino?»

Parla Alberto Torregiani, vittima del latitante in Brasile. 
«Il caso dei Marò in India? È speculare e opposto a quello di Battisti in Brasile. Nel secondo, un terrorista condannato dai tribunali italiani non viene estradato perché si ritiene che, se ciò avvenisse, sarebbe "perseguitato". Nel primo, due militari che facevano il loro lavoro a bordo di una nave battente bandiera tricolore rischiano di essere condannati in base a una legge sul terrorismo».
Alberto Torregiani, 50 anni, da 35 su una sedia a rotelle dopo l’agguato dei «Proletari Armati per il Comunismo», che il 16 febbraio del 1979 a Milano ferirono lui alla spina dorsale e uccisero il padre Pierluigi, è amareggiato. Ma non più di quanto lo sia stato in questi lunghi anni da paraplegico. Anche se ieri il premier Renzi ha incontrato l’ex presidente Lula, che quando era al governo si rifiutò di estradare il mandante di quell’omicidio, Cesare Battisti, e non si è parlato del caso. 

Fonte: IL TEMPO - Articolo Completo QUI !

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martedì 4 marzo 2014

Marò: scomparse le prove d'innocenza !




mercoledì 5 febbraio 2014

MARO': il servizio del TG5 Canale 5 h 20 13 03 02 2014

Ottimo servizio del TG5 sul caso dei nostri Marò trattenuti in India, 
con una intervista all'ex Ministro degli Esteri Giulio Terzi, 
che offre una panoramica dei diversi contenziosi simili attualmente in corso. 


giovedì 30 gennaio 2014

Riva Destra, MARO': Appena Terminata la Sentitissima Manifestazione presso l'Ambasciata Indiana !




lunedì 20 gennaio 2014

MARO' senza stipendio? La moglie di un marò: aiuto siamo alla fame.




domenica 19 gennaio 2014

IL TEMPO: Il nostro striscione per i marò e l’Italia si stringe attorno a loro.




martedì 24 dicembre 2013

"Sui marò il Colle ha dimenticato l'orgoglio nazionale"




domenica 16 dicembre 2012

RIVOGLIAMO I NOSTRI MARO' - CON LE BUONE O CON LE CATTIVE !

Mio Nipote, ha risposto alla solita pacifista che dava degli Assassini ai nostri Marò e mi sembra giusto copiare la risposta che ritengo esemplare:
"Allora la sentenza c'è stata e non l'hai fatto sapere a nessuno?! Hai passato in giudicato la vicenda e non hai avvertito nessuna autorità giudiziaria indiana del compito che ti sei sobbarcata. Gli saresti stata d'aiuto perché pensa, le autorità indiane, che sanno di aver rapito con l'inganno e di detenere illegalmente due cittadini stranieri, hanno deciso di non decidere, consapevoli di non averne l'autorità, che invece tu hai. Due "colpevoli" senza bisogno di giudizio, come nella migliore tradizione delle democrazie di stampo comunista/fascista. Io non avrei dato un giudizio sommario come il tuo nemmeno del peggior attentatore blackblock figlio di papà. Posso avere un'opinione, ma il giudizio pensa un pò, lo lascio ai giudici, competenti in materia, che ovviamente non sono quelli indiani. Ma io non sono un pacifista. Che vuoi che capisca di democrazia e di diritto...". Un abbraccio a tutti.
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