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mercoledì 4 ottobre 2017

SPESE PROMOZIONALI SEMPRE DEDUCIBILI !

Il Fisco non può contestare la deducibilità dei costi di sponsorizzazione sulla base della sola antieconomicità se c'è inerenza: la sentenza della Cassazione.

Le spese sostenute nell’ambito dei redditi d’impresa e redditi di lavoro autonomo per scopi promozionali possono essere contestate dal Fisco in relazione al principio di inerenza ma non con solo riferimento allo loro antieconomicità. A chiarirlo è stata la Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23033/2017, la quale ha precisato che se il contribuente giustifica l’inerenza del costo di sponsorizzazione, le Entrate non possono contestarlo basandosi esclusivamente sulla sua antieconomicità.

=> Guida deduzione e detrazione spese di rappresentanza

Nel caso esaminato, la società contribuente aveva adeguatamente comprovato l’inerenza del costo di sponsorizzazione di una associazione sportiva, rendendo infondate le ragioni dell’Agenzia delle Entrate, la quale riteneva che la proporzione del costo stesso rispetto ai redditi dichiarati e l’inidoneità promozionale della spesa fossero indici sufficienti per fondare l’accertamento.

=> Guida alla deducibilità delle spese

Potendo essere equiparate le spese di sponsorizzazione (in termini di natura del costo) alle spese di pubblicità e promozione, per la deduzione di tali costi sono necessari alcuni requisiti:
  • requisito di inerenza e di effettività della sponsorizzazione (ex art. 109 D.P.R. 917/1986) alla promozione della propria immagine o prodotto;
  • requisito di funzionalità della spesa alla produzione del reddito. In questo caso occorrerà dimostrare l’utilità della spesa di sponsorizzazione sostenuta all’attività di pubblicità e promozione;
  • corrispettivi erogati devono essere necessariamente destinati alla promozione dell’immagine o dei prodotti del soggetto erogante;
  • a fronte della erogazione delle somme deve essere riscontrata una specifica attività del beneficiario della medesima erogazione.
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mercoledì 7 maggio 2014

Per L’Espresso le partite IVA evadono a prescindere.

 
| 16 APRILE 2014 | LETTO: 1.448 VOLTE | 5 COMMENTI | AUTORE:  | |
In un fondo dal titolo “Renzi, perché non parli di evasione fiscale?”, pubblicato sul numero del 17 aprile 2014 de L’Espresso, il direttore della rivista Bruno Manfellotto, dopo essersi chiesto “perché Renzi non ha mai nominato fino a oggi quelle due magiche parole, evasione fiscale”, afferma:
Parafrasando il Berlusconi trionfante dl 1994 potremmo dire che se ogni impresa e partita IVA riducesse la sua evasione o elusione fiscale di mille euro l’anno, lo Stato incasserebbe una decina di miliardi.
A questo, dunque, siamo arrivati: a dare per scontato che tutte le imprese e tutte le partite IVA, indiscriminatamente, evadono o eludono il fisco (per inciso, viene da chiedersi se nel gruppone dei “furbi” sia compresa anche la società editrice de l’Espresso o se goda di una particolare esenzione). Il commento non può essere che di una parola: vergogna! Parafrasando lo stesso Manfellotto, si potrebbe dire che, se i giornalisti – e a fortiori i direttori di testate – cessassero di abbandonarsi ad affermazioni demagogiche e diffamatorie come questa, la carta stampata italiana comincerebbe a godere di un minimo di credibilità (ovviamente smetterò immediatamente di acquistare L’Espresso). 

lunedì 17 febbraio 2014

Attività estere, come aderire allo scudo fiscale.


martedì 24 dicembre 2013

ITALIA EQUA E NON EQUITALIA !




domenica 27 ottobre 2013

Memoria corta, giustizia lenta, vergogna veloce

di Paolo Guzzanti 

... L'avrete a questo punto capito: il grande industriale, editore e figura politica è Carlo De Benedetti, tessera numero uno del Partito democratico, proprietario del gruppo editoriale l'Espresso. È lui che si trova al centro di un contenzioso arcimilionario con l'Agenzia delle entrate già nel 1991, due anni dopo la caduta del Muro di Berlino.

Direte: figuratevi con la fame di tasse inevase la furia dell'Agenzia delle entrate per riavere il suo. Errore: cercate di osservare la cosa al rallentatore, alla moviola, ma mai nei tempi e ritmi cui ci hanno educato le recenti fulminee velocità di quella suprema e anzi celestiale Corte, quando il cittadino era un altro. 
... 
Articolo Completo QUI !

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lunedì 30 settembre 2013

IVA: CORSA CONTRO IL TEMPO




venerdì 27 settembre 2013

Alla Faccia della Semplificazione ! Il giorno più lungo del Fisco 49 scadenze in un solo giorno !




domenica 22 settembre 2013

Fisco locale, è rivoluzione: i Comuni potranno usare il ruolo

equitalia

Con ‘Destinazione Italia’ gli enti locali potranno riscuotere i tributi e le altre entrate utilizzando direttamente il ruolo. Più morbido il trattamento dei ‘ritardatari’. Ma Equitalia rimane in gioco.

Il pacchetto fiscale contenuto in ‘Destinazione Italia‘ prende forma, nelle ore in cui il piano incassa il via libera dell’esecutivo. La commissione Finanze della Camera ha licenziato una serie di novità che nelle ambizioni del legislatore dovrebbero puntare verso l’unico vero obiettivo possibile, la crescita e il rilancio degli investimenti. Abbiamo già tratteggiato per sommi capi la riforma del catasto, con la revisione degli immobili non censiti, il passaggio ai metri quadri e al valore di mercato come marcatore catastale. Oltre a ciò, la delega fiscale porterà l’estensione agli enti locali della riscossione a mezzo ruolopiù tutele per chi paga a rate i debiti fiscali e ritocchi formali per il primo via libera alla codificazione dell’abuso del diritto. Si proverà anche a portare alla cassa anche i colossi multinazionali dell’informatica (Amazon, Google, Apple, ecc.) per fargli versare le imposte sulle attività italiane, in percentuale sui ricavi. È il cosiddetto ‘Emendamento Google’. 

domenica 21 luglio 2013

Google dribbla ancora il fisco italiano Nel 2012 ha pagato solo 1,8 milioni di tasse

La stessa cifra «minima» riconosciuta all'erario nel 2011. 
La società: «Regole rispettate. Se ai politici non piacciono, le cambino»
Google Italia paga al fisco italiano 1,8 milioni di euro. Una contenuta rispetto a un giro d’affari tanto importante per il leader dei motori di ricerca e peraltro sempre la stessa da due anni a questa parte, 2011 e 2012. Lo scrive l’agenzia Ansa ricordando che nessuna correzione è intervenuta sulle (contestate) strategie fiscali europee del colosso americano. La pratica resa possibile dall’assetto societario che fa capo a una holding irlandese è nel mirino dell’erario di diversi Paesi europei, Italia compresa, e ha permesso fin qui a Google - che nel mondo fattura 50 miliardi di dollari con un utile di 10 - di «dribblare» o almeno ridurre al minimo il pagamento delle tasse.

Fonte: Corriere della Sera - Articolo Completo QUI

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martedì 4 dicembre 2012

Controlli del Fisco sui contribuenti

di Francesca Vinciarelli - Fonte PMI
Al via la banca dati
unificata tra le strutture
dell'Amministrazione
Finanziaria

Arriva a compimento il percorso del Fisco per l'integrazione dei dati a disposizione delle diverse strutture dell'Amministrazione Finanziaria: ecco il nuovo strumento per combattere l'evasione fiscale.

Tra le misure anti-evasione fiscale adottate dal governo Monti c’è la costituzione di una nuova super banca dati del Fisco, che consentirà all'Amministrazione Finanziaria di archiviare e avere sempre a disposizione per la consultazione i dati fiscali di tutti i contribuenti italiani.
Qui l'articolo completo.

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venerdì 15 giugno 2012

Equitalia invia intimazioni di pagamento

AGENPRESS -  Equitalia non solo non retrocede ma si avventura in situazioni estremamente compromettenti dal punto di vista giuridico e davanti alle tante sentenze che la vedono condannata muta usi e costumi ad aggirare la stessa Legge come un famelico camaleonte.
Un fenomeno che in questi giorni sta trovando il suo picco: migliaia i cittadini dopo aver vinto la causa contro Equitalia stanno ricevendo, anche a distanza di anni, intimazioni di pagamento su quegli stessi debiti che un giudice gli aveva annullato con sentenza. Non solo,Equitalia ha mutato anche il sistema di invio delle cartelle, una macchinazione per ingannare le stesse sentenze che annullano cartelle inviate senza la giusta notificazione.
Ora in uno stesso plico Equitalia invia più cartelle e questo potrebbe dar vita ad un pericoloso buco giuridico che rischia di pregiudicare diritti e giustizia degli stessi contribuenti. « Si tratta di abuso di potere, - spiega il presidente Finocchiaro -, dove si configura il reato penale in chi firma l'intimazione di pagamento per un credito vantato da Equitalia ma che un giudice tributarista o civile ha annullato con sentenza univoca.
Ancor più grave l'abuso se consideriamo che Equitalia si è costituita nei giudizi e che quindi non può dirsi all'oscuro. Dobbiamo avvisare questi cittadini che devono ricorrere con urgenza contro queste intimazioni di pagamento che sono in piena violazione.
Ecco lo scopo del nostro esposto alla procura penale di Roma, aprire un'accurata indagine sull'operato di Equitalia perchè è ovvia la violazione civile e penale dell'agenzia e se la classe politica non interviene e da ritenersi complice di questi abusi».