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mercoledì 17 luglio 2013

E' maleodorante l'Italia delle rendite di posizione e dell'immobilismo?

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luglio 2013 12:25
Ogni volta che vado in un ufficio postale mi viene l'angoscia nel vedere la gente che e' in coda (spesso anche per ore) per pagare un bollettino o inviare una raccomandata, che' chi e' li' per fare le operazioni col Bancoposta, ha una coda privilegiata e, mediamente, sopporta code piu' veloci. Angoscia che si moltiplica anche quando mi capita di andare ad uno sportello Equitalia o all'Agenzia delle Entrate o all'Inps, etc. I volti delle persone sono rassegnati e non festosi come quelli che fanno code di ore per un gioco all'interno di un parco di divertimento nei momenti di punta. Questi ultimi, quelle volte che li ho visti avendoci portato mia figlia di sette anni, li osservo, faccio spallucce e commento con me stesso su come ognuno decide di utilizzare il proprio cosiddetto tempo libero. Ma su chi non e' in un parco di divertimento e se non fa la coda gli viene tagliata la luce o altro, mi sento avvampato di ira. Certo, ci sono tanti sistemi per pagare le bollette che non la coda, ma il fatto che gli uffici postali siano pieni di queste persone vuol dire che piu' di qualcosa non funziona nei sistemi di pagamento che non prevedono la coda, e non puo' essere solo colpa del “classico” anziano che non va in Internet (quando la Rete possa servire alla bisogna) o di chi non vuole pagare tramite disposizione fissa bancaria perche' non si fida (giustamente!!) che ad un ipotetico bollettone non dovuto corrisponda un altrettanto veloce rimborso.
E poi le code in automobile, che nei periodi e nelle ore di punta sono allucinanti. Tutti li', coi motori accesi che consumano l'oro nero che usano come carburante.
E le lancette dell'orologio -su una sediolina delle Pt o chiusi in auto con l'aria condizionata mentre i bimbi ci ricordano di non essere stati concepiti per tenerli fermi li' dentro- girano inesorabili, bruciando il nostro tempo e il nostro cervello, facendoci precocemente invecchiare.
Mi domando: ma e' possibile che nel 2013, per l'organizzazione della vita civica e privata, dobbiamo avere dei modelli di riferimento che sono quelli dell'inizio del secolo scorsoQuando, per esempio, le automobili erano state concepite per muoversi piu' rapidamente sulle scarse strade a disposizione, bruciando lo stesso oro nero di oggi. Ma non e' successo nulla di piu' in cento anniCertamente le strade di oggi sono diverse da quelle di cento anni fa, ma il modello di riferimento e' sempre il medesimo e vista la situazione di saturazione urbana ed extra-urbana, non mi pare azzardato sostenere che siamo rimasti come piu' di cento anni fa. Lo stesso modello che viene utilizzato per le nostre incombenze nella vita civica (Pt, etc), con la differenza che oggi gli utenti sono milioni e cento anni fa erano migliaia, e con la considerazione che l'apparente elevata tecnologia dei sistemi di pagamento non ha avuto riflessi sulla tortura delle code degli utenti.
C'e' piu' di qualcosa che non tornaIl primo punto e' l'immobilismo dovuto all'atavico timore ed interesse a non scontentare chi, sulla posizione di rendita, ci lucra e fa di tutto perche' nulla cambi. Pensiamo alle automobili e alla loro alimentazione con l'oro nero. Perche' le auto elettriche sono solo occasione di bella mostra per questo o quell'altro amministratore a cui, altrettanto ipocrite aziende, le regalano per rafforzare poi il loro ramo produttivo legato al motore a benzineCertamente una diffusione della mobilita' privata elettrica significherebbe cambiare le strade, il numero di distributori di energia, la testa di chi oggi guida i bolidi clienti fissi degli autovelox, mandare in pensione le vecchie catene di montaggio.... gia' sento le contestazioni: mamma mia che fatica e quanti costi e quanti modelli culturali da rivedere.... meglio morire prima? Ma, in effetti, questa rivoluzione, non sarebbe l'avvio di un nuovo piano industriale e creativo, con tante teste pensanti e tanti posti di lavoro? Chi se ne frega -dicono quelli delle rendite di posizione- tanto io, prima che si arrivi a questi nuovi modelli saro' morto e non avro' avuto tempo di sputtanarmi tutti i denari che, invece, l'attuale modello (mors tua, vita mea – morte tua, vita mia) mi garantisce.
Approcci e modi di pensare e organizzare che poi hanno riflesso sulle Pt, sui governi locali e nazionali, tutti ambiti il cui il minimalismo (spesso “a gambero”) delle iniziative fa da padrone.
Italia, che Paese di merda (chissa' se la Cassazione che l'altro giorno ha condannato un tizio per una frase del genere, lo fara' anche in questo caso). Ma vogliamo continuare a vivere in questo contesto maleodorante? Parliamone. 

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