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giovedì 31 maggio 2012

Equitalia: Stop a Ganasce Fiscali !

di Francesca Vinciarelli - Fonte PMI
Commissione Tributaria di Roma impone lo stop alle ganasce fiscali pronunciandosi contro Equitalia: sotto accusa intimidazione, mancata notifica e sproporzione rispetto al dovuto.
Periodo difficile per Equitalia, la società di riscossione tributi che negli ultimi tempi ha subito violente manifestazioni di dissenso:
la Commissione Tributaria di Roma si è infatti pronunciata in una sentenza contro Equitalia, decretando in pratica lo stop alle ganasce fiscali.
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Lo Studio Bertollini e l'Ufficio Stampa On-Line

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L'abbattimento dei costi di comunicazione per le PMI
e gli Studi Professionali è oggi una realtà.
Lo “Studio Bertollini”, realtà professionale che si occupa di comunicazione integrata e consulenze di marketing, è riuscito a creare l'Ufficio Stampa On-Line che è un nuovo modo di fare comunicazione d'impresa, e che, per i costi contenuti, può servire anche le PMI.
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sabato 26 maggio 2012

Giustizia (In)Civile


Una giustizia lenta scoraggia qualsiasi investitore. Sono 1300 i posti da giudice scoperti. La loro carenza è spesso colmata da avvocati prestati alla magistratura in qualità di supplenti. Con la conseguenza che in un processo i giudici sono sempre differenti. La digitalizzazione degli atti processuali, che consentirebbe un risparmio di 84 milioni di euro l’anno, è un processo virtuoso ma ancora in fase sperimentale. Le proposte per innescare un circolo virtuoso, ci sono ma passano attraverso una riforma strutturale, che permetta di risparmiare e reinvestire i soldi per una maggiore efficienza.
Una giustizia snella, rapida e meno costosa ci consegnerà un Paese più ricco e competitivo. Banca Italia sostiene che l’inefficienza della nostra giustizia ci fa perdere un punto di PIL l'anno. Soldi che sarebbero una boccata d'ossigeno in un periodo di crisi asfissiante. Per recuperare un credito commerciale  in Italia occorrono 1200 giorni, in Germania e Francia serve circa un quarto dello stesso tempo. Luciano Colangelo è uno dei soci della “CL Impianti”. Un’azienda romana che si occupa, appunto, di installazione e di manutenzione di impianti elettrici urbani ed industriali. Da quattro anni deve riscuotere un credito per un lavoro in subappalto di 130 mila euro, un quarto del suo fatturato annuale. Secondo i tribunali italiani la sua è una causa giovane. Anche la sua azienda è giovane e senza quel credito rischia di fallire.
Ma perché la giustizia italiana è al collasso? Sono quasi 9 milioni i processi da smaltire (5,5 solo nel civile), per definire un contenzioso civile servono in media 7 anni e 3 mesi. Per emettere una sentenza in una causa di fallimento non bastano 9 anni. Una giustizia lenta ed incerta scoraggia qualsiasi investitore estero che voglia entrare nel nostro mercato. Poi c’è un problema di organico. Sono più di mille i ruoli da giudice scoperti. La loro carenza è spesso colmata dai Got (giudici onorari del tribunale), avvocati prestati alla magistratura in qualità di supplenti.
Lo scorso marzo l’istituzione della mediazione civile non ha dato i frutti sperati e la digitalizzazione degli atti processuali è un processo virtuoso ma ancora in fase sperimentale. Una volta a regime consentirà un risparmio di 84 milioni di euro l’anno. Riformare la giustizia significa anche rivedere la geografia giudiziaria: accorpare i tribunali più piccoli comporta un risparmio di risorse e di personale da destinare in altri settori. Ma anche una maggiore specializzazione degli uffici giudiziari. La giustizia civile è la giustizia dei cittadini, la giustizia di tutti i giorni. Non va pensata come una zavorra, ma bisogna innescare un circolo virtuoso, attraverso una riforma strutturale, che permetta di risparmiare e reinvestire i soldi per una maggiore efficienza. I problemi sono molti, ma non più rinviabili se vogliamo consegnare al Paese un sistema giudiziario migliore e più giusto.

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lunedì 14 maggio 2012

EQUITALIA TI ODIO? QUANDO LO STATO E’ ARROGANTE E LADRO


AGENPRESS -  Equitalia e' nel mirino di alcuni gesti inconsulti di contribuenti, su se stessi e verso gli altri. Quelli che si fanno male da soli con i suicidi e quelli che pensano che una bombetta possa servire a far meglio comprendere la saturazione della sopportazione.
Sui suicidi umanamente ci turbiamo, mentre riteniamo stupidi e improduttivi gli atti di violenza contro le cose. Il turbamento umano e' anche politico, poiché e' innegabile che la causa che possa aver influito sulla decisione del singolo ha comunque radici di politica economica, e se una politica -anche se fosse considerata la migliore possibile- porta qualcuno a decidere di privarsi della vita, vuol dire che non va bene: la politica deve sempre offrire “chance”, a chiunque, foss'anche il più incallito delinquente. Se ciò non accade vuol dire o che queste “chance” non ci sono o che gli addetti non riescono a comunicarle a chi ne ha necessità. Se chi ci governa ha uno spiccato senso dello Stato, al primo segnale del genere deve subito agire, o rimediando alla mancanza di questa “chance” o cambiando chi e cosa non e' in grado di comunicare.
Per ora non accade nulla, pero'!! Un nulla terribile che fra breve avrà conseguenze ancora più disastrose. Con la chiusura di Equitalia a fine anno e il passaggio delle competenze per la riscossione ai Comuni, questi ultimi, sicuramente piu' vicini ai cittadini che non i marmorei funzionari di Attilio Befera *, saranno più facile e diffuso bersaglio rispetto agli attuali uffici di Equitalia.
O c'e' qualche incapace bizzarro che creda sia sufficiente la repressione, nonché la difesa armata (a quando l'Esercito, da impegnare come si fa in Afghanistan...), degli “obiettivi sensibili” per scoraggiare malintenzionati?
Eppure la soluzione e' semplice, e ci sono anche diversi progetti di legge in Parlamento che vanno in questo senso. Perché le imposte non pagate devono raddoppiare e perché su di esse devono gravare interessi del 10% ogni sei mesi? Tutti soldi che vanno a quello Stato che per prassi normale, e senza particolari aggravi, non rimborsa il dovuto nei termini (vedi Iva), e chi riesce ad ottenere qualcosa ci arriva solo dopo aver mobilitato mezzo mondo (1).
Sarebbe una decisione che farebbe la differenza tra uno Stato arrogante e vessatore e uno Stato ordinatore. Perché non si procede?

* Presidente di Equitalia, nonché direttore dell'Agenzia delle Entrate.
(1) oltre l'esempio dell'Iva che in questi giorni sembra che lo Stato faccia un piacere perche' dovrebbe cominciare a rimborsare una parte di debiti atavici, ci sono anche le piccole e apparentemente insignificanti vessazioni quotidiane. Un esempio fiorentino: sono migliaia i cittadini che fanno ricorso e vincono contro le multe degli autovelox illeciti, e il giudice spesso condanna il Comune anche al rimborso di quei 37 euro di contributo unificato che il ricorrente ha dovuto pagare per usufruire dei servizi del giudice di pace. La legge dice che le sentenze vanno onorate entro 30 giorni, ma il Comune di Firenze non lo fa mai, se non, scaduti i 30 giorni, si vede arrivare una raccomandata A/R da parte di chi ne ha diritto, e solo con le minacce di una causa in merito, si decide a rimborsare.... bell'esempio....

Vincenzo Donvito, Presidente Aduc

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sabato 12 maggio 2012

Ruta: "E' la fine di un incubo".


Svolta in Cassazione dopo 7 anni: 
il Blog non è stampa clandestina. 
SI CONCLUDE LA BATTAGLIA DEL BLOGGER 
CONDANNATO IN PRIMO E SECONDO GRADO - (Fonte La Stampa)
I Blog non sono assoggettabili alla legge sulla stampa del 1948, in particolare non hanno l’obbligo di registrarsi presso il tribunale come testata giornalistica, a meno che non ricevano finanziamenti pubblici. Lo ha stabilito la III sezione della Corte di Cassazione (presidente Saverio Felice Mannino) con la sentenza storica che ha assolto con formula piena  («il fatto non sussiste) il blogger siciliano Carlo Ruta, che era stato condannato in primo e in secondo grado per il reato di stampa clandestina.
Carlo Ruta
«È la fine di un incubo iniziato sette anni fa», ha commentato Ruta. La sua vicenda nasce infatti da una contrapposizione fra Ruta, che è storico e saggista, e l’allora procuratore della Repubblica di Ragusa Agostino Fera. Ruta ha criticato il modo in cui Fera, 40 anni fa, condusse le indagini su due omicidi compiuti a Ragusa a distanza di pochi mesi: l’assassinio dell’ingegnere Angelo Tumino, recentemente archiviato, e l’assassinio del giornalista Giovanni Spampinato. Fera ha trascinato Ruta in Tribunale e lo ha fatto condannare per diffamazione. Inoltre anni fa ha chiesto e ottenuto l’oscuramento del blog in cui Ruta scriveva i suoi commenti. Dalle richieste del procuratore offeso è nata anche la contestazione del reato di stampa clandestina. Poichè il blog è periodicamente aggiornato, era la tesi accusatoria, il blog è un giornale soggetto alla legge sulla stampa. Tesi accolta nel 2008 dal giudice Patricia di Marco del Tribunale di Modica e il 2 maggio 2011 dalla Corte d’Appello di Catania, che hanno condannato Ruta a 150 euro di multa.
La condanna di Ruta aveva creato una sollevazione di protesta dal mondo dei blogger, che ora possono tirare un respiro di sollievo. Aveva inoltre rivelato un vuoto legislativo in materia. «Questa sentenza è importante - ha commentato il difensore di Ruta, Giuseppe Arnone - perchè fa giurisprudenza, traccia la strada in un settore ancora non regolamentato. Nella mia arringa ho sottolineato che imporre un giornalista come direttore responsabile ad ogni blog significherebbe sterminare i blog: pochi potrebbero sopportarne il costo. È vero che una legge del 2001 prevede che i notiziari web siano registrati come testata, ma questo obbligo riguarda solo quei notiziari web che chiedono finanziamenti pubblici e che pertanto devono avere una consistenza strutturale. I giudici della Cassazione hanno mostrato buon senso e apertura ai valori della libertà di pensiero e di espressione».
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